Scomparsa la dottoressa Lucia Saturno Calaresu
Un altro pezzo di storia di Ozieri se n’è andato nella giornata odierna con la scomparsa della dottoressa Lucia Saturno Calaresu, storico e stimato medico di famiglia per tante generazioni di ozieresi. Classe 1927, una vita passata in prima linea nello svolgimento di una professione profondamente diversa da quella di oggi, la dottoressa Saturno apparteneva ad una famiglia di undici figli, quattro femmine e sette maschi, che ha dato lustro alla città in tanti campi diversi, tra cui quelli culturali e sportivi.
Insieme al marito, il professor Ivo Calaresu, cardiologo e primario nell’ospedale cittadino “A. Segni”, scomparso diversi anni fa, formavano una coppia invidiabile e di assoluto livello ed insieme si sono divisi tra lavoro e famiglia facendo crescere in modo encomiabile i sei figli, Margherita, Emilia, Paolo, Cristina, Michele e Stefano.
Impegnata nelle opere di volontariato, dopo aver lasciato la professione, che ha svolto per quarantuno anni nell’ambulatorio posto nella parte alta della città, sotto l’ospedale, ha collaborato anche con l’Università della terza età. Lucia Saturno è stata certamente una figura importante per la sanità ozierese, specializzata in pediatria, in medicina e igiene scolastica ed infine in tisiologia, tanto che ha affiancato all’attività di medico di famiglia anche quella di medico scolastico e di direttore del dispensario antitubercolare di Ozieri. Ha vissuto gli anni della Seconda Guerra Mondiale e non mancava di raccontare le sue esperienze e i suoi ricordi ai giovani studenti ma era curiosa e interessata a tantissimi argomenti.
«Nel 1984 avevamo appena inaugurato il nostro museo a Ittireddu – ha ricordato Diego Satta, all’epoca sindaco del paese – e Lucia era venuta a visitarlo, accompagnata da qualche figlio e da alcuni parenti. Ricordo il suo entusiasmo genuino nel percorrere le stanze dov’erano esposti i reperti ma soprattutto mi sorprese la richiesta di accompagnarla in giro per il territorio alla scoperta dei siti archeologici, cosa che feci senza indugio contagiato dal suo modo di fare elegante, stupita dalla bellezza dei luoghi che riteneva dovessimo far conoscere al mondo».