Solinas (M5S): «La politica salvi l’Ospedale San Martino di Oristano»
«Le condizioni in cui versa ormai da tempo l’Ospedale San Martino di Oristano sono ulteriormente peggiorate. A denunciare l’escalation di criticità che descrivono uno smantellamento annunciato è ancora una volta il sindacato Cimo, che ha presentato un corposo e dettagliato dossier in cui, reparto dopo reparto, vengono illustrate le numerose problematiche che affliggono il nosocomio».
«Anziché migliorare, l’offerta sanitaria dell’Oristanese sta continuando a perdere pezzi. Quanto denunciato dal sindacato da sempre in prima linea per la difesa della struttura ci mette di fronte ad una triste realtà, in quanto, nonostante i numerosi appelli rivolti dal sottoscritto al Presidente della Regione e all’assessore regionale alla Sanità, il San Martino non è stato ancora oggetto di un potenziamento, ma continua inesorabilmente a subire le sorti di una realtà dimenticata dalla politica. È inaccettabile che da oltre un anno ormai, da quando l’emergenza sanitaria ha affossato l’attività dell’ospedale, nulla sia stato fatto per permettere al personale di operare con turni definiti e in condizioni di sicurezza».
Così, il consigliere regionale del M5S Alessandro Solinas, si unisce al coro di protesta per chiedere l’immediato potenziamento dei reparti in sofferenza dell’Ospedale San Martino di Oristano.
“Vertici della Sanità sarda e rappresentanti istituzionali – attacca il consigliere pentastellato – non possono voltare le spalle per evitare di assistere allo sfacelo dei servizi sanitari del territorio, già fragile, e oggi stremato dalla lunga lotta al covid. Tra le tante problematiche denunciate dal Cimo spiccano quelle che riguardano il reparto di Cardiologia, in sofferenza grave da anni, come denunciano i sindacati, ma anche un caso emblematico della scarsa programmazione della sanità oristanese, in quanto il servizio di emodinamica è stato chiuso per mancanza di medici e funziona solamente con accessi programmati».
«Tutto ciò – ricorda Solinas – nonostante la gravità della situazione fosse stata presentata all’assessore alla Sanità Nieddu, già a luglio del 2019. Non c’è più tempo da perdere».