Benetutti ricorda Natale Salis a un mese dalla scomparsa
BENETUTTI. Chi era Natale Salis? Era una persona straordinariamente comune. Un padre affettuoso, un marito presente, un grande lavoratore, un amico sincero, un appassionato di tradizioni sarde, un confratello, un cantore nel coro del paese e tanto altro ancora per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Era una di quelle persone che lasciano il segno proprio perché non vogliono lasciarlo, ma che rimane in ogni singolo gesto che ha regalato al prossimo.
Aveva 57 anni Natale Salis e il 28 gennaio 2021 ha fatto tanto rumore con la sua morte improvvisa e inaspettata. Quel giorno ha deciso che fosse l’ora di andare, come scrisse Socrate prima di morire; ma di lui, (come di Socrate e di tutte le persone degne di essere ricordate) rimane tutto ciò che c’è stato prima di quella decisione. Rimane la sua vita nel ricordo di un’intera comunità che nel giorno del funerale ha proclamato il lutto cittadino per lui e si è stretta affettuosamente intorno alla moglie, alle 2 adorate figlie, ai fratelli, alle sorelle ed ai familiari tutti.
Una comunità che, ad un mese dalla sua scomparsa, lo ha voluto ricordare con tanto affetto durante la messa di trigesimo celebrata in una chiesa parrocchiale gremita dentro e fuori, nel rispetto delle norme anti-Covid. Norme che hanno potuto contenere i numeri e le distanze ma che non sono riuscite a contenere la vicinanza e il rispetto che è arrivato dritto al cuore dei suoi familiari, attraverso la presenza composta di tante persone e le numerose attestazioni di stima di chi, proprio per rispettare queste regole, non ha avuto la possibilità di partecipare.
Alla fine della celebrazione il coro maschile “Sos Cantores di Benetutti” al quale apparteneva da tanti anni, ha voluto dedicargli una poesia e lo ha voluto salutare con il bellissimo canto “Signore delle cime” che sembrava parlare di lui: Dio del cielo, Signore delle Cime, un nostro amico hai chiesto alla montagna, ma ti preghiamo, su nel Paradiso lascialo andare… tra le tue montagne, lascialo andare…”.
Maria Francesca Ricci