La fiera del miele conferma la qualità delle produzioni montine
MONTI. Si è chiusa positivamente la “XXXIII fiera del miele e la XIV del Miele amaro” – edizione 2020 –, tenuta in due momenti: con la degustazione sensoriale avvenuta lo scorso 7/8 dicembre presso l’hotel ristorante “Dai compari” e la consegna degli “Attestati di merito” agli apicoltori che hanno aderito, nell’Enoforum, lo scorso 17 marzo. La Fiera è sostenuta dall’associazione nazionale “Le città del miele”, dall’Associazione turistica Pro loco, dal Comune Monti e dalla Fondazione di Sardegna.
In questa edizione sono emerse due importati novità: la sostituzione del tradizionale concorso, voluta dagli organizzatori in fase di programmazione, a favore di una scheda didattica di valutazione dei mieli presentati, con l’obiettivo di valorizzare al meglio il prodotto. La seconda innovazione, fra i suggerimenti, avanzati dal presidente la commissione esaminatrice, Luigi Manias, dell’associazione “Apiaresos”, intervenuto via Skipe, quello di intraprendere un specifico percorso, che nel giro di 3/5 anni, attraverso uno “storico”, possa arrivare alla determinazione di produrre mieli identitari del territorio di Monti, ottenuti grazie alle eccellenti condizioni ambientali.
STORIA. A questo proposito, sul filo della memoria, ricordiamo che nel territorio di Monti si produceva miele sin dai tempi dei romani e lungo il corso dei secoli, con diverse testimonianze. Significativa quella che si legge nel dizionario dell’Angius/Casalis, riguardo l’apicoltura: «I bugni sono in gran numero, e danno una delle migliori pietanze per gli ospiti».
Negli ultimi decenni del ‘900, Monti è stata la sede dell’Associazione provinciale apicoltori della Gallura. Si era perfino pensato alla costituzione di una cooperativa e alla costruzione di una cantina. Poi, l’adesione all’Associazione nazionale “Le città del miele”, infine la ristrutturazione del centro sociale “A. Segni” per la creazione della “Casa del Miele”, infine il salto con l’istituzione della fiera del miele e di quello amaro e l’indovinato abbinamento con la famosissima “Sagra del Vermentino”, divenendo, Monti, nel tempo, una sorta di capitale del miele.
ULTIMA EDIZIONE. Ha mostrato la volontà a proseguire nel cammino tracciato nonostante le oggettive difficoltà. Gli organizzatori, si son trovati a dove superare le oggettive difficoltà causate dal Coronavirus, mediante accorgimenti ad hoc, e non interrompere una lodevole iniziativa intrapresa 23 anni orsono, con il duplice obiettivo di riconfermare la secolare tradizione dell’apicoltura e la sua importanza nell’economia del paese. Tanto da ricevere il plauso della stessa Associazione nazionale delle “Citta del miele”, per essere stata una delle pochissime organizzate nonostante la pandemia del Covid-19.
Nel consegnare gli attestati, con le rispettive schede di valutazione, alle aziende: Corda-Cosseddu, Gavino Pala, Massimiliano Derosas, Alessandro Padre, Pinna-Torru, Angelo Melis, Gianfranco Mureddu, Gianluca Doro, il delegato comunale Gavinuccio Sanna (turismo e associazioni) ha auspicato che per andare avanti è necessario far squadra e far rete, e che la Fondazione Sardegna ha finanziato l’edizione 2021. Il presidente della Pro loco Domenico Pes ha tracciato bilancio sull’operato dell’associazione e ripercorso la tradizione apistica nella comunità. Ora l’appuntamento è per la prossima edizione.
Giuseppe Mattioli