Ad Alghero grande successo della mobilitazione popolare in difesa di Punta Giglio
ALGHERO. Ha riscosso grande successo la giornata di mobilitazione popolare organizzata dal Comitato “Punta Giglio Libera”. Lunedì 17 maggio, infatti, la storica piazza Porta Terra di Alghero è stata il teatro aperto di un incontro partecipato e trasversale di centinaia di cittadini. Uomini e donne che hanno superato la paura del covid per informarsi ed esprimere contrarietà al progetto “Rifugio di Mare” che si sta realizzando proprio a Punta Giglio. Una zona a tutela assoluta, con vincoli speciali ambientali SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone Speciali di Conservazione), all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Conte.
L’evento è coinciso con la prima giornata di zona gialla sarda e ha permesso al Comitato di confrontarsi con la cittadinanza per portare fuori dal mondo virtuale il dibattito che sta coinvolgendo e animando da mesi la comunità algherese.
Dalle ore 10 alle 17, si è proceduto senza sosta con la raccolta adesioni e firme che ha raggiunto cifre sorprendenti. Sono state circa 900 infatti le firme ricevute a mano nella sola giornata lunedì. «Numeri importanti – commenta il Comitato – che indicano chiaramente che gli algheresi, e non solo, hanno a cuore quel luogo fortemente identitario e vorrebbero che rimanesse intatto».
Anche la raccolta fondi per il sostegno delle attività del Comitato ha avuto una discreta partecipazione.
Alle 17 poi si sono accesi i microfoni per dare vita a una discussione coinvolgente e variegata, aperta e moderata da Giovanni Salis, animata dai vari rappresentanti del Comitato Punta Giglio Libera, dello spazio pubblico e artistico ResPublica, dell’associazione ambientalista Lipu, della giovane associazione studentesca Natura Viva, dei soci di Banca Etica, del movimento Liberu e di diverse associazioni culturali locali come Lo Teatri e Nel Vivo della Storia.
Per dare voce a dubbi e perplessità maturati sulla vicenda, si sono susseguiti al microfono: il medico Paola Correddu, l’architetto Giovanni Joan Oliva, il biologo Toni Torre, l’ingegnere Mauro Strinna, lo storico Rolando Galligani, lo psicologo Gregorio Salis, gli ambientalisti Francesco Guillot e Roberto Barbieri, la studentessa Francesca, l’artista Pietro Mureddu, l’attore Ignazio Chessa e l’artigiano Gianni Cabitta.
L’incontro si è concluso con un omaggio finale: il suggestivo canto delle berte maggiori che risuona in falesia nelle notti di luna nuova e che, come ha ricordato il biologo Toni Torre, è associato a Diomede. Nelle berte e nel loro canto, tanto simile al pianto di un neonato, si condensano i miti fondativi della cultura mediterranea. Proteggerle non è quindi solo una questione strettamente ambientale, ma anche civile e culturale.
Ed è proprio agli “abitanti della falesia e ai bambini, cittadini di domani, che il comitato ha dedicato il canto “Punta Giglia Libera” per affermare ancora una volta “Fermate quei lavori”.
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