• 24 Novembre 2024
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Cave di Buddusò, la Regione dice sì al progetto per riciclo degli sfridi da lavorazione

GRANITO

Una risposta al problema dei rifiuti di granito prodotti nelle cave di Buddusò.

CAGLIARI. La Giunta regionale ha approvato l’adesione al progetto “Recycling of Granite Scraps II – REGS II” facente parte del programma LIFE 2014-2020. Iniziato a novembre 2020, il progetto si concluderà il 30 aprile 2024, per un piano finanziario previsionale complessivo di 3.593.398, di cui euro 2.257.838 di cofinanziamento dei partner associati, e un cofinanziamento UE pari a 1.335.560 euro (54,56% del totale ammesso a sovvenzione).

Partendo dal problema della gestione delle quantità crescenti di rifiuti di granito nelle cave del Comune di Buddusò, e dalla crescita continua della domanda di feldspati a livello europeo, che comporta l’estrazione di notevoli quantità di materie prime e consistenti flussi commerciali internazionali per il relativo approvvigionamento, il progetto si concentra sul riciclo delle materie di scarto, grazie alla collaborazione con il CNR, con l’Università degli studi di Ferrara e con soggetti privati.

Ottica Muscas

«La partecipazione della Regione attraverso il Servizio cave e miniere della Direzione Generale dell’Industria – dichiara l’assessora Anita Pili – consentirà di sperimentare metodi innovativi di economia circolare nell’ambito degli sfridi da lavorazione. Un’occasione di collaborazione importante tra enti locali e privati che porta a verificare la bontà di una best-practice che se confermata nel suo potenziale, potrebbe risultare utile a tutto il comparto produttivo».

«Mediante la trasformazione degli sfridi da rifiuto a prodotto – spiega Anita Pili – si riducono i cumuli di scarti, si recupera suolo degradato e, in prospettiva, se ne riduce l’usura, migliorando il territorio sotto il profilo paesaggistico e ambientale. Inoltre, anche grazie alla riduzione delle importazioni di feldspati, si riducono le emissioni di CO2. Il programma – prosegue l’esponente della Giunta Solinas – ha poi un notevole risvolto socio-economico, perché mediante l’ottimizzazione del processo di riciclo delle risorse, si avranno da un lato la riduzione dei costi di gestione delle aziende estrattive, e dall’altro un incremento della competitività e la creazione di nuove competenze professionali, in un’ottica di economia circolare che speriamo, possa essere d’esempio ad altri territori».

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