Arriva a Buddusò la rassegna di film sardi “Abbàida”
Prevista la proiezione di 4 film dal 9 al 30 luglio.
Un mese di luglio all’insegna del cinema sardo a Buddusò grazie alla proposta di “Abbàida” il festival che mette in ordine e rappresenta, con spirito antologico, le opere prodotte da autori sardi o che rappresentano l’isola. Partita a Sassari nel mese di settembre dello scorso anno, la rassegna farà tappa dunque a Buddusò dove sono previsti 4 appuntamenti, dal 9 al 30 luglio. Si inizia questo venerdì 9 con la proiezione di “Assandira” di Salvatore Mereu, il 16 luglio con “L’Accabadora” di Enrico Pau, il 23 con “L’uomo che comprò la luna” di Paolo Zucca, per chiudere il 30 luglio con il film “L’Agnello” di Mario Piredda.
Tutte le pellicole verranno proiettate in piazza Lago Puliga con inizio alle ore 21,00. L’ingresso è gratuito.
Abbàida è organizzato dal Cineclub nuovo Aguaplano in collaborazione con la società cooperativa Le ragazze terribili e il Cityplex moderno, il “Museo Nivola”, il Centro studi cinematografici e il Decamaster. La rasegna inoltre si avvale del contributo della Regione Sardegna – assessorato alla cultura –, nonché dei comuni di Buddusò, Genoni e Sassari.
I FILM
“Assandira” di Salvatore Mereu. Il vecchio pastore sardo Costantino Saru si fa convincere dal figlio e dalla nuora danese a impiantare un agriturismo (detto Assandira) nel suo vecchio ovile abbandonato. Il vecchio Costantino se ne dovrebbe fare garante con la sua esperienza. L’impresa si mette bene e anche Costantino, a lungo riluttante, se ne sente parte. Tanto da accettare anche una sua partecipazione, medicalmente assistita in Danimarca, alla procreazione di un nipotino per la coppia figlio-nuora.
Una serie di circostanze, non abbastanza dipanabili, provocano un incendio che distrugge l’agriturismo Assandira e provoca la morte del figlio e l’aborto della nuora di Costantino. Il quale se ne sente e se ne confessa responsabile con gli inquirenti. Il motivo di questa autoattribuzione di responsabilità non è abbastanza chiaro per il magistrato, che non crede al vecchio che si autoaccusa, il quale invece ha bisogno di assumersi la colpa di tutto l’accaduto, a partire dall’idea stessa, profanatrice in nome dell’autenticità, di far rivivere in quel modo il suo mondo di un tempo, irrimediabilmente passato e sostituito.
“L’Accabadora” di Enrico Pau. Alla fine degli anni Trenta, la 35enne Annetta, una donna solitaria e silenziosa sempre vestita di nero, vive in un piccolo centro nelle campagne sarde. Custodendo un terribile segreto del passato, passa le giornate nell’attesa di una chiamata e, quando ciò avviene, apre una vecchia sacca contenente una mazzuola di legno, un vecchio cuscino e uno specchietto spaccato. Da quel momento, qualcosa di imprevisto la porterà a Cagliari e le cambierà la vita, facendole scoprire di potersi staccare dal suo ruolo di accabadora, figura della tradizione sarda il cui compito è aiutare i morenti a trapassare.
“L’uomo che comprò la luna” di Paolo Zucca. Una coppia di agenti segreti italiani, Dino e Pino, riceve una soffiata dagli Stati Uniti d’America in cui viene comunicato loro che qualcuno in Sardegna sia diventato proprietario della Luna, affronto inaccettabile in quanto gli USA furono i primi a metterci piede. I due agenti reclutano dunque Gavino Zoccheddu, un soldato che, dietro il falso nome di Kevin Pirelli e un marcato accento milanese, nasconde la propria identità sarda.
Kevin dovrà scoprire sul posto chi ha comprato la Luna e perché, ma per farlo dovrà essere trasformato in un vero sardo e per fare ciò viene ingaggiato Badore, un formatore culturale reticente e misantropo. Superate le difficoltà dell’addestramento e un grottesco esame finale, Kevin si imbarca per la Sardegna e dopo una serie di avventure picaresche riesce a giungere nel paese fittizio di Cuccurumalu, nel quale inizia a svolgere la sua indagine sotto mentite spoglie.
“L’Agnello” di Mario Piredda. Il film è la storia di Anita, una ragazza sarda di 17 anni che vive in casa una situazione davvero delicata. Suo padre, Jacopo, è gravemente malato di leucemia; urge, infatti, di un trapianto il prima possibile, ma trovare un donatore compatibile è difficile e la ricerca è molto lenta, al contrario della malattia che avanza celermente.
I parenti solitamente dimostrano più compatibilità con il malato per via del patrimonio genetico, ma i risultati degli esami hanno rivelato che né la giovane né il nonno, Tonino, hanno familiarità con il midollo di Jacopo. L’unica speranza rimasta alla famiglia è Gaetano, lo zio di Anita, con cui purtroppo anni prima Jacopo ha litigato bruscamente tanto da non avere più alcun contatto con lui. Inoltre, Gaetano abita esattamente nella parte opposta della Sardegna ed è per questo che i due fratelli non si sono più incontrati.
Ma Anita non demorde, vuole provarle tutte prima di arrendersi al destino e, aiutata da nonno Tonino, la ragazza si presenta a casa dello zio, pronta a offrire un ramo di pace e a convincerlo a sottoporsi alle analisi che potrebbero salvare Jacopo da una morte certa.
Nella foto di copertina: Gavino Ledda nel film “Assandira”