Nicola Addis: «No al trasferimento dei pazienti dall’ospedale di Ittiri»
Lettera del presidente dell’Ordine dei Medici di Sassari all’assessore Nieddu e al commissario Ares Temussi.
SASSARI. «È inaccettabile il trasferimento dei pazienti a lungodegenza da Ittiri ad altri ospedali, lontani dalla provincia di Sassari, per convertire le strutture in reparti Covid». Questa la posizione espressa da Nicola Addis, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Sassari in una lettera inviata all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, e al commissario straordinario dell’Ares Massimo Temussi.
Nella missiva si precisa che i pazienti dell’ospedale di Ittiri, «in prevalenza anziani e fragili», hanno già subito un grave trauma psicologico con l’allontanamento dal loro ambiente familiare, cui si aggiungerebbe un ulteriore stress organico e psichico con il loro trasferimento. «…a questo – si legge nelle lettera di Addis – si aggiunge la difficoltà obiettiva delle visite dei loro congiunti».
«Non è ammissibile – incalza il presidente provinciale dei medici – considerare le strutture dell’Ats Sardegna alla stregua di un’unica struttura, indipendente dalla collocazione geografica».
«La strategia del reclutamento di reparti da dedicare alla cura dei pazienti affetti da Covid 19 – secondo Nicola Addis – era giustificata fino a qualche mese fa, ma diventa inaccettabile ora che il 70 per cento dei ricoveri potrebbe essere evitato con la vaccinazione, viste le percentuali dei pazienti in terapia intensiva per Coronavirus che, al 90 per cento, risultano non vaccinati».
«Ci chiediamo – conclude la lettera del presidente Addis all’assessore Nieddu e al commissario Temussi – fino a quando si voglia spingere nel sacrificare soggetti affetti da altre patologie per garantire ricoveri che potrebbero essere evitati da atteggiamenti irresponsabili, indolenti, egoisti e vigliacchi. Ma, a scanso di equivoci, e nello spirito del nostro mandato, ovvero la tutela della salute, reclamiamo il rispetto di un principio di equità nell’assistenza sanitaria. Chi non si vaccina per propria scelta non può acquisire priorità rispetto ad altri malati, ugualmente gravi (cardiopatici, pneumopatici, oncologici, anziani fragili), né per quanto concerne le tempistiche, né riguardo alla scelta delle sedi».
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