Alluvione di Bitti, un anno dopo. Come stanno realmente le cose?
Il 28 novembre 2020, la città di Bitti fu teatro di una devastante alluvione, che causò tre vittime tra le persone, centinaia di vittime tra gli animali, milioni di danni alle abitazioni private e alle attività commerciali. Nei giorni successivi all’evento, durante gli interventi dell’esercito, della protezione civile, dei barracelli, dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, la cittadina fu oggetto della consueta passerella di politici di tutti i livelli istituzionali, compreso il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, quello del Consiglio regionale sardo Michele Pais e di alcuni rappresentanti del Governo. E chi più ne ha, più ne metta.
Tutti a Bitti per avere chi i propri cinque minuti di visibilità, chi per aiutare davvero a spalare fango e detriti, tra questi anche le decine di volontari provenienti da tutta l’isola e non solo.
In quei giorni appena successivi alla tragedia, come spesso accade in questi casi, vi fu un susseguirsi di promesse e prese in carico di invio di soldi, interventi logistici e strutturali, solidarietà. Che arrivò come solo i sardi sanno fare, attraverso l’invio di denaro che permise alle attività commerciali del paese di riaprire in appena 24 giorni dopo la tragedia; in qualità di viveri, di manodopera e attrezzature.
Ma in tutto questo, la regione Sardegna e lo Stato, hanno effettivamente mantenuto le promesse fatte allora ai bittesi di “non lasciarli soli?”. (continua dopo le foto)
I danni dell’alluvione furono stimati dallo Stato in 110 milioni di euro, tra i danni ai privati, alle attività commerciali, alle imprese, ai beni mobili ed immobili. Tra i beni mobili, le 137 macchine distrutte e risarcite in sei mesi, un bel risultato. Ma, il resto? Dei 110 milioni di euro di danni, al momento ne sono stati finanziati 91, tra fondi regionali e nazionali. Quindi, se la matematica non è un’opinione, ne mancano almeno 19 milioni da finanziare e risarcire. E questo è un primo dato di fatto da non sottovalutare, visto che 19 milioni non sono bruscolini.
Tra i primi fondi regionali risarciti, sono stati effettuati interventi di prima emergenza pari a 2 milioni di euro come “somma urgenza”, ai quali sono stati aggiunti altri 17 milioni di euro da parte della Protezione Civile, al cui capo vi è il direttore generale Antonio Belloi, per un totale di 19 milioni di euro e altri 10 milioni di euro di fondi regionali, sono stati finanziati per i danni subiti dai privati.
Occorre ricordare peraltro che con il decreto legge 91/2014, venne istituita la figura del commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico che corrisponde a quella del Presidente della Regione, a seguito di un accordo tra la Regione Sardegna e il Ministero dell’Ambiente. La sua competenza è quella di individuare, programmare e finanziare interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico.
Di fatto, il lavoro del commissario straordinario viene svolto dall’Assessorato ai lavori pubblici, attraverso la collaborazione con la SOGESID.(continua dopo le foto)
È lo stesso Belloi che ha finanziato, in vece di Solinas-commissario, altri 19 milioni di interventi ben precisi e localizzabili, con un soggetto attuatore e un cronoprogramma che prevede l’attuazione degli stessi in 3 anni, “come massima tempistica dell’emergenza”, aggiunge il direttore.
Considerando che uno è già trascorso e ci si trova ancora nella fase di progettazione degli stessi, si riuscirà ad attuarli nei prossimi due anni? Si auspica che i tempi vengano rispettati. Ma andiamo avanti con i nostri conti: secondo Pietro Calvisi, addetto stampa del sindaco di Bitti, altri 32 milioni di euro sarebbero stati finanziati dal Governo ed altri 11 milioni di euro sarebbero stati stanziati per un primo piano di infrastrutture in capo al Commissario per la Protezione Civile. Facendo la somma, si ottengono effettivamente 91 milioni.
Secondo quanto afferma lo stesso Belloi «tutti i privati hanno ricevuto i ristori e sono stati liquidati al 100%, salvo alcuni casi particolari di privati che meritavano di un approfondimento istruttorio e che ancora non hanno ricevuto il dovuto. Le risposte date per Bitti, non è stato fatto mai come tempistiche per nessuno a livello nazionale».
La questione è confermata dal sindaco di Bitti Giuseppe Ciccolini che dice: «Le domande di risarcimento presentate, che sono circa 150, sono state tutte liquidate o sono in fase di liquidazione. Abbiamo anticipato il 50% dei fondi destinati ai privati; il restante 50% dei rimborsi, verrà erogato a stato di avanzamento dei lavori».
Che cosa significa a stato di avanzamento lavori? Mi dia un termine temporaneo – domando a Ciccolini –. «Può essere che sia necessario un altro anno», risponde il primo cittadino bittese.
Sono dunque legittime le lamentele dei cittadini bittesi sostenenti che non è vero quanto detto da taluni politici che affermano che i soldi sono stati liquidati, perché in realtà abbiamo la conferma che non solo hanno percepito dopo un anno la metà del dovuto, ma che per ottenere l’altra metà, forse occorrerà un altro anno. (Ripeto questo passaggio per chi fosse duro di comprendonio o per chi pensi che i sardi, bittesi o ozieresi come me, abbiano tutti l’anello al naso e credano a tutto ciò che venga propagandato a mani basse tramite proclami social o a mezzo stampa ndr).
Secondo Lei, questi 110 milioni di euro stimati per coprire i danni, dei quali ne sono stati finanziati 91, sono sufficienti per mettere realmente in sicurezza il paese?, domando a Ciccolini.
«Non ho la sfera di cristallo, perché da un progetto esecutivo può esserci uno scostamento di diversi milioni di euro. Nessuno ha un livello di progettazione tale per capire se il paese è in sicurezza al 100%; certamente posso dire che risorse di questa entità contribuiscono a mettere in sicurezza il paese e che c’è stata sin da subito un’ottima sinergia tra i vari livelli istituzionali e tutti i soggetti coinvolti, che ci ha permesso di avere questi finanziamenti anche in tempi piuttosto brevi».
Lei ritiene che quanto accaduto nel 2013 e un anno fa poteva essere evitabile, se fosse stato posto in essere un piano regolatore da chi l’ha preceduto, volto alla messa in sicurezza di Bitti?, chiedo.
«Il processo alle intenzioni fatto oggi non ha alcun senso. Occorre prendere atto del fatto che la maggior parte delle concessioni edilizie sono ante 1965, con percezione del pericolo diverso da oggi. Sino a qualche anno fa il comune di Bitti non era mai stato interessato da un’alluvione. Dobbiamo essere contenti del fatto che la macchina in termini di soccorso alla popolazione ha funzionato, che le pratiche sono state prevalentemente evase e che per le altre faremo in modo che vengano evase al più presto», conclude il primo cittadino.
Maria Vittoria Dettoto