I perché del “No” di Progetto Ozieri alla fusione tra l’Ippodromo e la Prometeo
OZIERI. Via libera nell’ultimo Consiglio comunale alla fusione per incorporazione della società Ippodromo di Chilivani srl nella Prometeo srl. La decisione è stata ratificata con il sì della maggioranza, ma con il voto contrario di Progetto Ozieri, unico gruppo di minoranza presente in aula. Infatti, alla seduta del 28 dicembre, non erano presenti gli esponenti dell’altra forza di opposizione, Prospettive per Ozieri. Assente anche l’assessore al Bilancio Anastasia Ladu.
La riorganizzazione si è resa necessaria per soddisfare la direttiva del Tusp (Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica), la quale impone la razionalizzazione delle partecipazioni, nel momento in cui queste non raggiungano un fatturato medio superiore a un milione di euro nel triennio precedente. L’aggregazione delle due società, sostenuta dal gruppo Obiettivo Comune, ha pertanto consentito di fatto a evitare una possibile liquidazione o soppressione della partecipata Ippodromo di Chilivani, non in grado in questo momento di garantire da sola un giro d’affari sufficiente a rispettare il parametro dettato dal Tusp.
Per spiegare la loro posizione e argomentare il perché del voto contrario, sono intervenute con una nota stampa le consigliere Adriana Sotgia e Bianca Maria Balata del gruppo di minoranza Progetto Ozieri.
«Un anno fa, nel mese di dicembre 2020 – spiegano Sotgia e Balata –, la maggioranza ci ha presentato in Commissione e in Consiglio un problema per il quale chiese la nostra responsabile partecipazione e un supporto per l’individuazione di una soluzione che garantisse la sopravvivenza dell’Ippodromo. Abbiamo condiviso la discussione e la preoccupazione, con grande disponibilità e con decisa volontà di tutelare questo patrimonio ozierese, portato osservazioni e proposte: un piano industriale per garantire autonomia e sviluppo; oppure la cessione in gestione temporanea a terzi, attraverso l’individuazione di forme e figure idonee allo scopo».
«Per un anno circa però – proseguono le due esponenti di Progetto Ozieri – non solo non si è più sentito parlare del problema informalmente, ma neppure ci è stata data la possibilità di un confronto aperto con gli operatori del settore, naturalmente molto interessati. Finché il 15 dicembre scorso ci viene comunicata la volontà di accorpare la partecipata Ippodromo alla Prometeo. A supporto della scelta ci viene consegnata, durante la commissione stessa e non prima, la relazione di un avvocato romano incaricato allo scopo (che ha svolto il compito affidatogli in maniera impeccabile) che però non riesce a convincerci della bontà della scelta, anche perché non viene menzionata alcuna opzione alternativa alla fusione (tra l’altro mai ricercata per un anno intero)».
Detto ciò, Sotgia e Balata entrano nel merito del loro dissenso. «Non siamo d’accordo con la scelta fatta dalla maggioranza in quanto – spiegano – si tratta di due entità così diverse per natura e organizzazione, per gli obiettivi che perseguono, per la tipologia degli utenti e per l’indotto che le due attività implicano. Infatti, l’ippodromo rappresenta la fase finale di un processo produttivo, quello dell’allevamento del cavallo che richiede tempo, investimenti e competenze di enorme valenza economica, mentre la Prometeo ha lo scopo di garantire servizi a diverse categorie di cittadini».
Tra le altre motivazioni del “no” alla fusione, il fatto che la maggioranza – continuano Sotgia e Balata – «non ci ha fornito spiegazioni su come potrà essere questa megastruttura, in che forma sarà gestita e come sarà articolata, né come saranno adeguati i relativi regolamenti. In pratica ci è stato chiesto di approvare la scelta a scatola chiusa, senza conoscere minimamente i dettagli della operazione e le caratteristiche della futura struttura».
«Non siamo d’accordo – sottolineano ancora le due consigliere – sul metodo che ha portato a questa scelta: un anno intero trascorso nel silenzio e nell’inoperosità che evidenzia l’inerzia della maggioranza e l’incapacità di trovare strade alternative ed efficaci a questa proposta. Ossia soluzioni più adeguate rispetto alle aspettative dei portatori di interesse del mondo dell’ippica isolano e alle potenzialità che l’ippodromo ha nella sua natura e nella sua storia».
In questo modo, concludono Adriana Sotgia e Bianca Maria Balata, «è stata completamente ignorata la possibilità, come richiesto da noi nel 2020, di coinvolgere gli operatori del settore – tra i quali non mancano senz’altro esperti motivati e capaci –, e di individuare e condividere con loro la soluzione migliore per assicurare uno sviluppo radioso – che tutti auspichiamo – per l’ippodromo e l’intero comparto ippico, lasciato evidentemente in disparte».
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