Dichiarazione dei Diritti umani, prioritario che tutti conoscano i 30 articoli
Attività informativa dei Volontari di Uniti per i Diritti Umani a Cagliari.
In considerazione di quello che apprendiamo dai media non possiamo più ignorare quanto sia importante e prioritario per tutti conoscere i 30 articoli della dichiarazione dei Diritti umani. Alla fine del 1948, all’indomani della seconda guerra mondiale il Consiglio delle Nazioni Unite aveva approvato questo documento che si sperava potesse indicare una condotta da tenere da lì in avanti che potesse determinare rispetto tra le persone in direzione di una convivenza sempre pacifica.
Le associazioni che supportano la Dichiarazione Universale hanno spesso espresso l’assoluta necessità che questi diventassero il primo e principale strumento educativo ma troppo spesso troppi hanno fatto orecchio da mercante di fronte a tali richieste, ed eccoci nel 2022 a leggere impauriti che cosa potrebbe accadere dalla mattina alla sera.
A non arrendersi mai di fronte alla lacuna di conoscenza dei 30 articoli ci sono anche i volontari di Uniti per i Diritti Umani i quali, nella serata di mercoledì 2 marzo, per le vie centrali di Cagliari, hanno distribuito centinaia di libretti all’interno dei quali ognuno dei 30 articoli viene esaurientemente spiegato. Scritti affinché persone di qualsiasi livello culturale possano averne comprensione, gli articoli della Dichiarazione Universale mettono le persone in condizione da rendersi veramente conto di quanto possano fare dal loro piccolo per determinare una cultura che si basi sui valori di tolleranza, fratellanza e pace.
“I diritti umani devono essere resi una realtà non un sogno idealistico” disse L. Ron Hubbard. Per cui non solo è necessaria l’istruzione all’applicazione di questi articoli, ma anche far pressione sui nostri amministratori affinché questo diventi un codice di legge. Al momento è poco più che un codice morale in quanto quasi nessuno stato nel mondo li considera legge, al massimo un termine di paragone per le leggi che emana. E’ tempo di dire “Basta!” alle rivoluzioni: è tempo di evoluzioni!