Ventidue lavoratori della «Logudoro Servizi» senza stipendio e cassa integrazione da 5 mesi
OZIERI. Ventidue lavoratori da cinque mesi senza stipendio e Cassa integrazione. Questa in breve la grave situazione che stanno vivendo i lavoratori che operano nel servizio scuolabus della “Logudoro Servizi”, società partecipata dell’Unione dei Comuni del Logudoro. Ente che, ricordiamo, raggruppa le comunità di Ozieri, Pattata, Nughedu San Nicolò, Ardara, Ittireddu, Mores e Tula.
La vicenda. A causa dell’emergenza sanitaria causata dal Covid, il 5 marzo scorso sono stati chiusi tutti gli istituti scolastici, così anche il servizio di trasporto scuolabus. Da quella fatidica data, l’inizio della travagliata avventura per gli autisti e gli assistenti della Partecipata.
In un primo tempo, la promessa del Governo, che aveva rassicurato tutti i lavoratori italiani sulla celerità nell’erogazione degli ammortizzatori sociali, aveva fatto bene sperare. Ma così non è stato. Tant’è che fino ad oggi, i 22 lavoratori sono ancora in attesa della prima tranche (9 settimane) della Cassa di integrazione.
«La Fit-Cisl ha chiesto a più riprese alla Logudoro Servizi e All’Unione dei Comuni di trovare alcune soluzioni – spiega il segretario territoriale Alessandro Russu –. Abbiamo ottenuto dalla società un’anticipazione del TFR straordinaria ma non altro. Sono stati rari i casi di anticipazione di cassa integrazione in Sardegna da parte delle imprese e l’emergenza ha dato forti alibi per evitare pagamenti anticipati ai lavoratori».
«Il 25 giugno – continua Russu – la prima domanda di cassa integrazione è stata bocciata dalla Regione, pare per alcuni cavilli legati ai codici ATECO ed è stata riformulata una nuova domanda di cassa integrazione ordinaria seguendo le indicazioni fornite dall’assessorato regionale al Lavoro».
Malauguratamente anche questa pratica ha subito il vaglio burocratico dell’ufficio Inps di Sassari, il quale ha avanzato dubbi tecnici e chiesto il parere alla direzione regionale e provinciale. Di fatto, ancora non si hanno notizie. Ora i 22 lavoratori, sfiniti dalle lunghe attese e avviliti da una burocrazia cinica e disumana, si sono dovuti rivolgere a familiari, parrocchie, uffici comunali o altro per ricevere gli aiuti necessari per le spese familiari e il pagamento delle utenze domestiche.