Quale futuro per la sede Inps di Ozieri?
In questi giorni diversi cittadini ci hanno contattato per chiederci se avessimo informazioni sull’Inps di Ozieri. Da alcuni mesi infatti la sede di via Trento è chiusa al pubblico, ufficialmente per motivi legati all’emergenza Covid. Ciononostante il lavoro dell’ufficio viene svolto dai dipendenti, con le comprensibili limitazioni oggettive in modalità smart working, cioè da casa. Non stiamo qui a sindacare su questa scelta aziendale e sulle ripercussioni in termini di qualità del servizio offerto agli utenti. Quello che vogliamo evidenziare più di ogni altra cosa è il pericolo, più che fondato, di un possibile ridimensionamento, tra l’altro già da tempo pianificato dai vertici Inps.
Attualmente nell’ufficio di Ozieri lavorano, oltre al direttore, 4 persone, una delle quali a orario ridotto (part-time). Dati alla mano è facile intuire come l’esiguo numero di operatori sia insufficiente a garantire nel prossimo futuro la sopravvivenza del servizio con le competenze attuali. Da qui i nostri timori di un ridimensionamento, che ovviamente speriamo non si verifichi e sia smentito dall’Inps stesso con il potenziamento della sede.
Cosa prevede il Piano di riordino Inps. Nei tagli previsti dal riassetto organizzativo Inps, sono coinvolte, oltre la sede di Ozieri, anche quelle di Tempio e Alghero. Il nuovo “modello di presidio territoriale a operatività differenziata”, predisposto dai vertici dell’Istituto, prevede infatti per la provincia di Sassari la presenza solamente di due sedi, una nel capoluogo e una a Olbia. Una scelta questa dettata dal fatto che le due città rientrano nei parametri fissati dal piano: un bacino di utenza di 60 mila abitanti, un minimo di 10 dipendenti, e una copertura del 60 per cento della popolazione residente che sia in grado di raggiungere una sede Inps in 30 minuti. Le agenzie soppresse invece dovrebbero essere riconvertite in semplici punti di ascolto.
In definitiva, se venisse attuata la riorganizzazione, la sede di Ozieri, con un organico di 5 dipendenti e 20 comuni serviti, perderebbe tutte le attuali competenze amministrative nella gestione delle pratiche come ad esempio quelle pensionistiche, dei sussidi di disoccupazione, malattia e indennità di maternità. Quindi, per qualsiasi operazione, anche la più banale, si dovrà far riferimento alla sede di Sassari. Il che si tradurrebbe in un aumento delle spese e dei disagi per tutti gli utenti del territorio.
Una considerazione finale: la Sardegna non è solo Cagliari e Sassari od Olbia. Con una superficie di 24.100 kmq, una popolazione di 1 milione e 650 mila abitanti e una densità di appena 68,54 ab per kmq, la nostra Isola non può essere equiparata ad altre regioni o aree geografiche densamente più popolate, dove certi tagli sono comprensibili. Se non si comprende questo, allora, o c’è qualcosa che sfugge alle nostre intelligenze, oppure dietro certe scelte politico-amministrative si cela un disegno ben articolato che mira solo alla disgregazione sociale dei territori più indifesi a vantaggio di altri ben più corazzati.