Ozieri, “Alle Clarisse” la mostra del progetto “Isolitudine” curato da Marco Ceraglia
L’inaugurazione si terrà venerdì 2 settembre alle 18.00. L’evento è stato organizzato dall’Istituzione San Michele e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ozieri.
OZIERI. Sarà inaugurata venerdì 2 settembre alle ore 18, al Museo Archeologico “Alle Clarisse” di Ozieri, la mostra del progetto “Isolitudine” dell’Associazione OrdinariMai, curato da Marco Ceraglia.
“Isolitudine” è un progetto di indagine sull’identità del popolo sardo a partire dalla condizione di isolanità (e quindi comune a tutti gli Isolani) e sulle sfumature che accompagnano le condizioni di vita, i tratti caratteristici e le contraddizioni di un’isola che ospita, protegge e, a tratti, imprigiona.
Ad introdurre la serata sarà Mariolina Cosseddu, accompagnata dal curatore. Saranno presenti inoltre alcuni degli artisti protagonisti del progetto. Accoglieranno i visitatori e apriranno l’evento Carmela Arghittu, Mariassunta Becca, Luisella Pittalis e Cristina Serra con un contributo poetico-musicale.
La mostra, organizzata dall’Istituzione San Michele e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ozieri, patrocinata dalla Camera di Commercio di Sassari e dalla Fondazione del Banco di Sardegna, sarà visitabile fino al 30 settembre negli orari di apertura del museo (dal martedì al venerdì 09 – 13; 15-19, sabato e domenica 10-13; 15-18). È gradita la prenotazione al numero 079 7851052.
«La nascita del progetto risale a diversi anni fa mentre… guidavo, dominato da un senso di irrequieta solitudine che animava le mie riflessioni. Guidavo, senza una meta. Forse. Guidavo e indagavo i miei pensieri, senza una domanda precisa. Fu una semplice visione a farmi sobbalzare e – lo ricordo bene – sorridere. Il Mare».
Così Marco Ceraglia presenta la nascita di “Isolitudine”. Il mare è la linea discriminante! Vivere, crescere agire su un’isola significa che tutto intorno c’è il mare, che per quanto giri, per quanto si possa avanzare a zigzag prima o poi ci si dovrà fermare perché davanti si presenterà il mare. Bello, brutto, tranquillo o minaccioso che sia sarà sempre e comunque invalicabile.
Perché a pensarci bene persino le montagne più alte sono valicabili (lo dice anche Raiz degli Almamegretta nel suo brano “Figli di Annibale” di come Annibale, grande condottiero nero, fece attraversare le Alpi a 90.000 uomini africani con gli elefanti per sconfiggere i romani) e si può pensare e immaginare di proseguire e andare oltre. Davanti al mare no! Davanti al mare bisogna fermarsi.
Questa riflessione ha portato alla ricerca di una locuzione che desse forma a questo stato di inquietudine. Il termine isolitudine si affacciò, in pancia più che nella testa, di Marco Ceraglia che pensò di avere coniato un neologismo fino al 2018, quando il progetto stava prendendo forma e il web restituì il vero padre del neologismo: lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino che nel 1981 in un suo romanzo “La diceria dell’Untore”, usò per la prima volta il temine isolitudine per descrivere cose della sua Sicilia.
Solo di recente il termine è stato inserito nel dizionario Treccani, sul quale si ritrova la definizione “isolitudine s. f. Condizione esistenziale di appartenenza e di isolamento propria di chi è nato in un’isola”.
Si fa sempre più largo questa consapevolezza: il limite del mare permea, dalla notte dei tempi, l’inconscio di ogni isolano. Non si può sorvolare con leggerezza su quel confine liquido che se da una parte rende una terra un’isola, dall’altra segna il carattere di chi ci nasce, ci vive, di chi con un’isola ci si rapporta nel profondo.
La riflessione va avanti fino a concretizzarsi in un pensiero: gli isolani – quale che sia l’isola in questione – e in particolare i “nativi isolani” sono diversi dagli altri, da quelli della “terra ferma”, del “continente”. Non sono ne migliori ne peggiori (gravissimo errore stilare graduatorie in merito!) ma semplicemente diversi, profondamente diversi.
Questo isolamento fisico, logistico, sensoriale permea la vita di tutti sull’isola e lo fa da millenni; rappresenta la più classica situazione di rovescio della medaglia: se da una parte si rimane isolati dalle modernità e dai vantaggi della continuità territoriale, dall’altra si rimane protetti dalle variazioni che velocemente si propagano sulla terraferma.
Isolitudine nasce per condividere questo sentimento anche attraverso altre voci e altri sguardi. Così Ceraglia invitato artisti e liberi pensatori ha donare un proprio contributo, un proprio pensiero, una visione stimolata da questa parola isolitudine.
Dalla proposta diffusa da OrdinariMai ne è seguito un racconto formato da immagini, opere e pensieri, un vortice di voci appassionate, di sguardi visionari, di crude riflessioni, di un sentire che se non sei isolano non ne avresti la più pallida idea.
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