Ozieri dà l’ultimo saluto a Pier Giuseppe Polo, il 43enne morto in un incidente stradale
Tanti amici e conoscenti si sono stretti intorno ai familiari durante il funerale che si è celebrato questa mattina alle 10 nella chiesa parrocchiale di San Francesco.
OZIERI. Si è svolto oggi nella chiesa parrocchiale di San Francesco, il funerale di Pier Giuseppe Polo, l’operaio di 43 anni morto martedì sera, in un tragico incidente stradale. In sella alla sua moto, intorno alle 21:30, mentre percorreva la Provinciale 1 in direzione Ozieri, a circa 200 metri da Quartiere Gescal, nell’affrontare una curva, ha perso il controllo del mezzo che, dopo essere finito contro guardrail, lo ha disarcionato pesantemente al suolo. A nulla sono valse le operazioni di rianimazione effettuate dai sanitari del 118, che non sono riusciti a strapparlo alla morte. Le ferite riportate nell’impatto con l’asfalto, infatti, si sono rivelate troppo gravi.
Operaio specializzato, prestava il suo lavoro con l’impresa edile Aini. Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un grande lavoratore e una persona seria e sempre disponibile. Lascia i genitori Tonino e Lina, il fratello Andrea con il piccolo Francesco e la nonna Francesca.
Al rito funebre, celebrato questa mattina alle 10 da don Antonio Loi e concelebrato da mons. Gavino Leone e mons. Francesco Ledda, hanno partecipato oltre i familiari una moltitudine di amici e conoscenti che, ancora increduli per l’immane disgrazia, non sono voluti mancare per dare l’ultimo saluto a PierPolo, come veniva chiamato da tutti.
Anche il parroco don Roberto Arcadu, fuori Ozieri per un’attività estiva con i giovani, ha voluto esprimere la sua vicinanza ai familiari con un messaggio. «Carissimi, non potendo essere presente questa mattina per celebrare il funerale di Pier Giuseppe, desidero esprimere attraverso queste poche righe affidate a don Antonio, tutta la mia vicinanza e tutta la mia preghiera.
Ci ritroviamo dopo appena una settimana a salutare per sempre su questa terra un’altra giovane vita e sono anche io come tutti voi disorientato, il cuore è carico di tanto dolore e la mente affollata di tanti interrogativi.
Per voi carissimi Tonino e Lina, collaboratori di Dio nel portare al mondo Pier Giuseppe e ora chiamati a restituire a Lui la sua esistenza, segnati nel profondo da questa spada lancinante di dolore, per te carissimo Andrea, per te nonna Francesca, per voi cari familiari e amici prego perché possiate anche in questo momento di Calvario sentire la dolce e consolante presenza di Gesù risorto che nulla toglie ma tutto dona.
A tutti noi il Signore doni di vivere nella fede della morte e risurrezione del Signore questo ulteriore momento di prova e sofferenza.
Caro Pier Giuseppe ti diciamo ora A-Dio certi e sicuri che ci rincontreremo in Dio nostro unico Padre, nostra unica speranza».
L’omelia di don Antonio
«Cari fratelli e sorelle, i vincoli di sangue, un dolce sentimento di amicizia o, semplicemente, la voce del nostro cuore ci hanno radunati così numerosi nella nostra chiesa parrocchiale, per rendere un affettuoso saluto al nostro fratello Pier Giuseppe e per pregare insieme per la sua anima e per i suoi cari. Pier Giuseppe fino a pochi giorni fa mostrava il suo volto sorridente, espressione di un cuore ricco di vita, di progetti e di sogni!
Non voglio arrivare a voi con un imperdonabile mancanza d’amore, cari Tonino e Lina, Andrea, Francesco, nonna Francesca… Il solo tentativo di attenuare la vostra sofferenza con parole che rischiano di avere il sapore della retorica mi induce a fare silenzio di fronte a questo immane dolore causato dalla perdita inattesa e inimmaginabile di Pier Giuseppe. Sono veramente troppo crudeli le circostanze che hanno accompagnato la sua morte, perché possano bastare le vuote parole degli uomini e anche le mie, che pure sono chiamato ad offrirvi parole di speranza e di consolazione.
Qual è il senso di una fine così improvvisa?… Proprio quando tutto di noi esprime vita, gioia di vivere, volontà di camminare e di realizzarsi pienamente! Cosa diventa e dove si nasconde un figlio – che ora non c’è più – voluto e tirato su con amore sin dalla più tenera età, oggetto dei desideri di bene dei propri genitori durante la giovinezza e poi, centro di tante speranze per l’avvenire e luce che illumina i luoghi del cuore curati e preparati per la propria vecchiaia? È una morte tragica, com’è tragico il destino di chi spicca il volo verso il cielo in un bordo di strada percorso tante altre volte, magari di corsa e con la gioia stretta tra i denti!
«Quanto sono povere le nostre parole umane! Cosa sono capaci di esprimere di così significativo davanti alla fredda realtà di una bara, dalla quale la vita sembra essersi allontanata per sempre? Tuttavia, se le parole di noi uomini si dissolvono spesso senza lasciare traccia, le parole di Dio hanno il potere di alleggerire il peso della croce che si è posata, senza preavviso e senza chiedere il permesso, sulla vostra famiglia e di lenire le ferite del cuore che si sono aperte in occasione di questo tragico evento che vi ha travolto. Cari Tonino e Lina, cari famigliari tutti, vi sussurro le parole di Dio, anzi le parole di colui che è la Parola di Dio fattasi uomo, Cristo Gesù: Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro». (…)