Intervista a Salvatore Deriu, candidato al Senato della Repubblica con la lista “Noi Moderati”
In vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, abbiamo incontrato per un’intervista l’avvocato Salvatore Deriu, 59 anni originario di Bonnanaro, candidato capolista nel plurinominale al Senato della Repubblica con “Noi Moderati”. Lista che unisce “Noi per l’Italia”, “Italia al centro”, “Coraggio Italia” e Udc e che si presenta alle urne con la coalizione di Centrodestra, alleata con Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
Noi Moderati, si presenta agli elettori come rappresentante di un’area politica che potremmo definire cattolico-moderata. Unisce le sigle di Coraggio Italia, con Noi con l’Italia, Italia al centro e lo scudo crociato dell’Udc. Perché oggi i moderati decidono di presentarsi uniti sotto un unico simbolo e perché nel Centrodestra?
«La scelta di unire le forze per rafforzare l’area centrista della coalizione, che non porta solo consenso, ma anche e soprattutto progetti, idee, affidabilità, esperienza e concretezza, si è rivelata essere necessaria e urgente. Si tratta degli elementi indispensabili per vincere le elezioni e governare bene. Gli alleati hanno mostrato rispetto per la nostra proposta, hanno dato credito alla nostra tradizione politica e capito che i moderati costituiscono per il Centrodestra una risorsa e un arricchimento».
Il centrodestra stando ai sondaggi vincerà queste elezioni. Quali sono le misure che intendete proporre sui temi a voi cari, ad esempio: famiglia, piccola e media impresa?
«Si rivela necessario un allineamento alla media europea della spesa pubblica per infanzia e famiglia, così come la realizzazione di un piano di sostegno alla natalità, prevedendo anche asili nido gratuiti, asili nido aziendali, ludoteche. È altresì indispensabile il ricorso alla riduzione delle imposte sui prodotti e i servizi per l’infanzia. Prevediamo di introdurre dei sostegni concreti per le famiglie con disabili a carico attraverso l’incremento dei livelli essenziali di assistenza sociale.
Non potrà essere trascurata la individuazione di misure di tutela del potere d’acquisto di famiglie, lavoratori e pensionati di fronte alla crisi economica e agli elevati tassi di inflazione. È importante sostenere le troppe famiglie in condizioni di povertà, non solo economica ma anche culturale e sociale, per aiutarle ad educare con equilibrio i ragazzi e i giovani a diventare protagonisti attivi del loro futuro. La grave crisi demografica di cui soffriamo richiede, tra le altre, un’attenzione particolare alle famiglie numerose.
In relazione ai problemi legati alla vita economica delle piccole e medie imprese, prevediamo una immediata riduzione dell’IVA sui prodotti energetici e la defiscalizzazione e incentivazione del welfare aziendale, anche attraverso la detassazione e decontribuzione dei premi di produzione e dei buoni energia. Sono necessarie anche maggiori tutele per il lavoro autonomo e le libere professioni.
In ordine ai bonus edilizi, occorre salvaguardare le situazioni in essere e riordinare gli incentivi destinati alla riqualificazione, alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico degli immobili residenziali pubblici e privati».
Guerra in Ucraina e crisi energetica. Si rischia un inverno lungo e difficile per gli italiani. Quale scenario prevede? La vostra collocazione naturale è nel Ppe e nell’atlantismo. La vostra visione di insieme pensa possa essere in contrasto quella dei vostri alleati, penso ad esempio a Lega e Fratelli d’Italia?
«L’attuale crisi internazionale a cui lei fa riferimento richiede da parte della nostra Nazione una politica estera incentrata sulla tutela dell’interesse nazionale, sul rispetto delle alleanze internazionali e sul rafforzamento del ruolo diplomatico dell’Italia nel contesto geopolitico. Questa linea di indirizzo generale comporta il rispetto degli impegni assunti nell’Alleanza Atlantica, anche in merito all’adeguamento degli stanziamenti per la difesa e di sostegno all’Ucraina di fronte all’invasione della Federazione Russa, nonché promozione di ogni iniziativa diplomatica volta alla soluzione del conflitto.
I Moderati italiani, eredi di una lunga tradizione europeista, dichiarano piena adesione al processo di integrazione europea, con la prospettiva di un’Unione più politica e meno burocratica. Resta inteso che in sede di discussione dei dossier legislativi europei dovranno sempre essere salvaguardati gli interessi nazionali, anche alla luce dei cambiamenti avvenuti nel contesto internazionale, con particolare riferimento alla transizione ecologica».
La Sardegna e i suoi tanti problemi: occupazione giovanile, insularità, spopolamento e abbandono scolastico. Quali sono secondo lei le soluzioni per affrontare questi temi?
«I temi da lei elencati mi stanno particolarmente a cuore. Da cattolico, ancor prima che da candidato capolista al Senato della Repubblica, auspico fortemente che tali questioni possano essere sentite all’interno delle Istituzioni come esigenze primarie per il pieno sviluppo e la sopravvivenza di intere comunità territoriali della Sardegna. Il mio, il nostro impegno è quindi rivolto alla creazione delle condizioni per l’avvio di una sincera volontà di dialogo e di collaborazione che possano essere utili per una responsabile azione a servizio del bene comune di tutto il nostro popolo.
L’occupazione lavorativa costituisce una vera emergenza sociale. I numeri della disoccupazione nell’isola sono drammatici. Micidiali i suoi effetti sociali, psichici, demografici, familiari. È dunque necessario superare ogni inutile rassegnazione rendendoci parti attive nel dare risposte concrete alla troppo diffusa precarietà lavorativa. Particolare attenzione sarà giusto avere per il lavoro dei giovani e delle donne. I giovani, così duramente provati nelle loro aspettative di vita, spesso ingiustamente mortificati nei loro talenti e costretti ad una dolorosa emigrazione. Tale tendenza dovrà essere necessariamente invertita.
Va anche evidenziata l’urgenza del rispetto della natura e dell’ambiente. La piaga degli incendi, la siccità, lo spopolamento e l’abbandono delle zone rurali, sono problemi che attendono radicali soluzioni.
Vi sono ancora degli altri temi stanno particolarmente a cuore ai Moderati sardi. I primi sono quelli derivanti dall’insularità (trasporti, mobilità per individui e merci) in uno con quello dei costi energetici, della salvaguardia e cura della salute».
Da avvocato, le chiedo: Riforma del processo civile, tempi più ragionevoli, maggiori certezze per i cittadini. Cosa è stato fatto e cosa ancora c’è da fare? Con gli investimenti del Pnrr, per la giustizia civile potrà iniziare finalmente una nuova era?
«È davvero urgente la semplificazione, ancor meglio, la razionalizzazione delle procedure nell’ambito del processo civile, attraverso il potenziamento delle forme alternative di risoluzione delle controversie, con strumenti quali la mediazione, la negoziazione assistita e gli arbitrati – anche con incentivi fiscali. Dobbiamo puntare a migliorare l’efficienza del servizio ai cittadini e alle imprese riducendo la durata dei processi civili e dei processi penali – con impegni analoghi per i processi amministrativi. A quest’ultimo riguardo, occorre rivedere anche l’entità del contributo unificato previsto per l’accesso al giudice amministrativo: il processo amministrativo deve essere reso accessibile a tutte le classi sociali; il costo, in alcuni casi esorbitante, di tale contributo rende pressoché impossibile al cittadino qualsiasi poter ottenere giustizia.
Lo snellimento dei tempi del “servizio giustizia” passa anche attraverso la previsione di investimenti sulla digitalizzazione e soprattutto nelle risorse umane. La giustizia rappresenta un pilastro dell’intera società: se funziona i benefici si irradiano in tutta la vita sociale ed economica».
Delegificazione e deregolamentazione per razionalizzare il funzionamento della Pubblica Amministrazione, digitalizzazione della P.A., revisione in chiave della semplificazione del Codice degli Appalti, Enti Locali e rapporti con il cittadino, sono tutti temi del vostro programma. È pronto a farsi carico di questi problemi per i sardi e non solo, all’interno di palazzo Madama?
«Se sono pronto a farmi carico di questi problemi per i sardi e il resto della popolazione nazionale? È il mio lavoro occuparmi, in qualità di avvocato e consulente di Enti pubblici e Privati, dei rapporti fra il cittadino e la Pubblica Amministrazione. Sono e siamo assolutamente pronti, direi desiderosi di iniziare a lavorare per la nostra Sardegna e la nostra Nazione. Il passaggio in Senato costituirà il completamento di un percorso di vita professionale incentrato su questi temi. In tale direzione, sarà mio impegno quello di individuare gli strumenti volti a modernizzare l’organizzazione e le competenze della Pubblica Amministrazione. Noi vogliamo che la Pubblica Amministrazione prosegua il percorso di aggiornamento iniziato con l’attuazione delle riforme e dei progetti del PNRR, rafforzando soprattutto le competenze digitali e di project management. Risulta necessario anche valorizzare il ruolo sociale della Pubblica Amministrazione, migliorando le scuole di alta formazione dedicate e garantendo percorsi di carriera professionalizzanti».
Faccia un appello agli elettori.
«Chiediamo ai nostri elettori sardi un solo impegno: partecipare al voto, contrastare l’astensionismo, perché venga superata ogni sfiducia e disaffezione verso la Politica, sostenendo il nostro progetto politico che pone al centro la persona umana e i territori, in modo che ognuno si senta responsabile nei confronti della comunità locale e nazionale attraverso la riappropriazione del proprio diritto di cittadinanza attiva».
Pasquale Demurtas
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