Caro bollette, Confartigianato Sardegna scrive alla Regione
L’incidenza media delle bollette di gas ed elettricità nei bilanci delle imprese è passata dal 15,8% al 28,1%, migliaia di imprese e dipendenti a rischio. Lai e Serra: «Situazione devastante: pronti a collaborare su scelte e indicazioni su risorse da stanziare».
Le 35mila imprese artigiane della Sardegna, insieme a più di 90mila dipendenti, stanno vivendo una crisi senza precedenti legata alla folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità. Situazione che rischia di cancellare migliaia di attività produttive e far perdere decine di migliaia di posti di lavoro, frenando pesantemente l’economia produttiva isolana. Ed è per questo che Confartigianato Imprese Sardegna, a nome delle realtà produttive artigiane sarde, ha scritto agli assessori regionali al Bilancio e all’Artigianato, Giuseppe Fasolino e Gianni Chessa, per chiedere provvedimenti a sostegno di imprese e famiglie, con strumenti e soluzioni rapidi, concreti e senza burocrazia.
«Tante attività artigiane, infatti – scrivono nella missiva la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai, e Daniele Serra, Segretario Regionale – se la rotta del caro-energia non dovesse essere invertita, non saranno più in condizioni di lavorare e si troveranno a dover chiudere definitivamente con danni irreparabili al sistema economico e sociale regionale».
E i dati che arrivano dalle rilevazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna sono allarmanti: ad agosto i prezzi dell’elettricità, del gas e degli altri combustibili nell’Isola sono cresciuti, in media, del 75,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’aumento maggiore è stato registrato a Olbia-Tempio con +73,6% rispetto all’anno precedente; segue la provincia di Sassari con +64,7% e Cagliari con +66,4%.
Inoltre, a settembre 2021 a oggi le micro e piccole imprese della Sardegna hanno pagato per l’energia elettrica 425milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. I settori più colpiti nell’Isola sono quelli della panificazione, alimentare, lavorazione legno e autoriparazione così come nel resto d’Italia lo sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica. Un impatto senza precedenti sulle piccole attività produttive isolane che rischia di ingigantirsi ulteriormente se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno; i maggiori costi per i piccoli imprenditori, infatti, potrebbero salire nel 2022 fino a 850 milioni di euro in più rispetto al 2021.
E ancora l’incidenza media delle bollette di gas ed elettricità nei bilanci delle imprese è passata dal 15,8% al 28,1%, di fatto raddoppiata. Significa che mediamente l’energia è diventata una delle spese più importanti per le imprese artigiane sarde.
«La situazione è insostenibile e rischia di andare fuori controllo – continuano Lai e Serra – per questo l’emergenza necessita di strumenti strutturali e soluzioni straordinarie, principalmente legate alle politiche nazionali ed europee. Per questo accogliamo con favore le recenti dichiarazioni della Giunta Regionale su imminenti provvedimenti a sostegno di imprese e famiglie con dotazioni finanziarie importanti».
Per Confartigianato Sardegna, a livello regionale e nazionale, servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti.
«Il tempo per agire è veramente ristretto, anche in vista dell’arrivo dei mesi più freddi e fortemente energivori – concludono la Presidente e il Segretario nella lettera – le nostre aziende rischiano il lockdown energetico e molti imprenditori pensano alla chiusura. Per questo ci rendiamo disponibili verso la Regione a fornire il nostro contributo per condividere le scelte e le indicazioni sulla destinazione di tali risorse affinché il loro impatto sia massimizzato e ne siano ottimizzati i benefici».
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