Pomezia, una delegazione sarda all’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia
La coordinatrice regionale Barbara Figus: «Continueremo la nostra resistenza a favore della vita».
Si è conclusa lo scorso 16 ottobre a Pomezia (Roma) l’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia con l’approvazione della relazione del presidente, Mario Adinolfi, che con una sola astensione sui 118 delegati presenti è stato confermato alla guida del movimento. Nella due giorni di dibattito molti i temi affrontati, dall’atteggiamento da tenere rispetto al nascituro governo Meloni fino alle questioni relative alle tradizionali battaglie del movimento di ispirazione cristiana su denatalità, diritto alla vita, battaglia all’aborto e all’eutanasia.
Proprio su questi temi è stata approvata dall’assemblea una proposta di legge di iniziativa popolare denominata “legge sul diritto alla vita” che in quattro articoli, fondati su altrettante norme costituzionali e sul testo tradizionale del giuramento di Ippocrate, proclama il “diritto universale a nascere” insieme al “diritto universale a non essere soppresso”, con sostegno economico particolare alla maternità e alla disabilità grave nonché con sanzioni pesanti (radiazione dall’albo, carcere da sei a dodici anni) per i medici che collaborano a interruzioni volontarie di gravidanza o processi eutanasici.
I fondi per il reddito di maternità e il sostegno alla grave disabilità, quantificati in 5 miliardi annui, vengono assicurati da un taglio all’aumento previsto delle spese militari per armamenti (a regime pari a 13 miliardi di euro annui per arrivare al 2% del Pil). Tra le altre determinazioni dell’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia, quella di presentarsi alle prossime elezioni amministrative del 2023 con il proprio simbolo, sempre aperti comunque a collaborazioni e ad alleanze.
A Pomezia era presente all’assemblea nazionale anche una delegazione del Popolo della Famiglia Sardegna. «Continueremo la nostra resistenza contro la continua discriminazione dei credenti, per la libertà religiosa e quella scolastica», ha detto Barbara Figus, coordinatrice regionale del movimento.
«Faremo di tutto – ha sottolineato Figus – per contrastare il dilagare dell’ideologia gender nelle scuole sarde e nella società. Ci batteremo con ancor più forza per il diritto alla vita. E proprio su questo punto fondamentale, il Popolo della Famiglia si impegnerà per depositare in Parlamento una proposta di legge di quattro soli articoli: verrà proposto il diritto universale a nascere, il diritto universale a non essere soppressi, verrà chiesto il finanziamento per il reddito di maternità utilizzando i danari derivanti dalle spese militari e si richiederà di perseguire penalmente tutti i medici che procureranno l’aborto».
«Anche in Sardegna saranno organizzate iniziative ed eventi per raccogliere le firme su questa proposta di legge a tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale». ha concluso coordinatrice regionale.
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