Monti, successo di pubblico per la proiezione del film “Il Muto di Gallura”
All’evento erano presenti il regista Matteo Fresi, l’attrice Maria Antonietta Caria, i componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Sardegna Film Commission Giorgio Ariu ed Elisabetta Mocci, ed il presidente dei Circuiti del cinema Made in Sardegna Enzo Cugusi.
MONTI. La proiezione del film “Il Muto di Gallura” avvenuta sabato scorso nella sala conferenze della “Casa del Miele” è stata una full immersion nella realtà sarda dell’800. Il folto pubblico, accorso per vedere questo bellissimo film – realizzato dalla Fandango, Fondazione Sardegna Film Commission, Rai Cinema e diretto magistralmente dal regista Matteo Fresi, piemontese di Torino ma di chiarissime origini sarde – al termine dello spettacolo ha applaudito a lungo il cast.
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Presenti all’evento, il vero artefice dell’iniziativa Gavino Sanna – delegato comunale alle associazioni locali, con importanti incarichi a livello regionale e nazionale nel campo della scuola –, Giorgio Ariu ed Elisabetta Mocci, componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Sardegna Film Commission (RAS assessorato alla P.I e Cultura), Enzo Cugusi collaboratore Commissione è presidente dei Circuiti del cinema Made in Sardegna, nonché presidente di due associazioni, una dei sardi a Torino l’altra a Cagliari. Poi il regista Matteo Fresi, accompagnato dall’attrice Maria Antonietta Caria, sorpresi da tanto entusiasmo.
Il film, tratto dal celebre romanzo di Enrico Costa pubblicato nel 1884, ruota attorno alla faida fra le famiglie Vasa e Mamia di Aggius, avvenuta nella seconda metà dell’800 e Sebastiano Tansu, un ragazzo sordomuto, il quale divenne l’incubo degli avversari, uccidendo oltre 70 persone. Ma quando la pace di Aggius pose finalmente fine alla faida delle due famiglie, il finale ha un colpo di scena cinematografico: per il Costa, il Muto di Gallura fece perdere le tracce, e non si seppe più nulla, alimentando il mito con molte leggende, per il regista Matteo Fresi invece venne ucciso.
Il film, che ha riportato alla mente il mondo arcaico di un tempo che fu, epoca delle narrazioni dei “sos mannos”, ha avuto un impatto positivo, ossia la capacità di riscoprire la bellezza di poter seguire sul grande schermo un’opera cinematografica (l’esperimento potrebbe essere riproposto) come avveniva in passato, quando erano presenti due cinema in paese, dimostrata dalla spontanea e partecipazione di un folto pubblico che la sala ha contenuto a stento. Positivo il coinvolgimento delle associazioni locali.
Gli interventi di Giorgio Ariu, Elisabetta Mocci, e Enzo Cugusi hanno illustrato le motivazioni del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Sardegna Film Commission (RAS Assessorato alla P.I e Cultura), il cui progetto ha come obiettivo la valorizzazione della Sardegna a 360 gradi attraverso la produzione di film. Il regista Fresi ha esposto le ragioni della scelta del soggetto tratto dal romanzo storico del Costa, immedesimandosi nel periodo storico della faida, e la scelta della sede del santuario di San Paolo per girare alcune scene, molto gradita ai montini. Mentre l’attrice Maria Antonietta Caria ha spiegato il suo l’impegno per interpretare il personaggio di una donna gallurese nel contesto sociale dell’epoca. Tutti si sono prestati a rispondere alle numerose domande del pubblico a conclusione della proiezione.
Giuseppe Mattioli
In copertina: un momento della serata (foto Sergio Tedde)
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