Addio a Michele Pinna: il mondo della lingua e della cultura sarda in lutto
Il docente, filosofo e direttore scientifico dell’Istituto di Studi e Ricerche Camillo Bellieni di Sassari, era nato a Bono nel 1952. Lascia un vuoto incolmabile nel campo dell’istruzione e della cultura identitaria dell’isola.
SASSARI. È stato tra i fondatori e l’anima trainante dell’Istituto di Studi e Ricerche Camillo Bellieni di Sassari per oltre trent’anni. Michele Pinna si è spento la scorsa notte all’ospedale di Sassari lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dell’istruzione, della lingua e della cultura della Sardegna. L’Istituto Bellieni, a nome della presidente e di tutti i collaboratori si stringe con affetto attorno ai figli Attilio e Maria Antonietta, da sempre vicini alle attività portate avanti con passione dal padre nella storica istituzione di via Maddalena.
«È una grave perdita per la famiglia, per tutti noi del Bellieni, per la città di Sassari e per la Sardegna», ha affermato con commozione la presidente Is.Be, Maria Doloretta Lai, che è stata al fianco di Pinna per molti anni nella dirigenza dell’istituto e sua allieva durante gli anni del liceo.
«Michele è stato un insegnante severo, un amico, una persona generosa che ha sempre concesso a tutti un’opportunità, dando fiducia non senza rimproveri – ha proseguito Lai –. È stato un uomo di grande umanità, con le sue fragilità, un intellettuale che ha voluto mettere al servizio della comunità la sua ampia cultura, per dare risalto al valore della nostra identità, del nostro territorio e della nostra lingua. Ha fondato l’Istituto Camillo Bellieni nel 1989 e ne ha seguito ogni passo fino alla fine».
Di sentimenti profondamente sardisti, Michele Pinna era nato nel 1952 a Bono, la patria di Giovanni Maria Angioi, cosa della quale andava fiero. Dopo aver trascorso l’infanzia tra Bono e Bultei (paese d’adozione fino agli anni della prima adolescenza), aveva compiuto gli studi tra Nuoro, Ozieri e Firenze. Laureatosi in Filosofia aveva quindi proseguito le attività di ricerca tra Genova, Parigi e Bochum.
In questi anni ha svolto l’attività di docente in numerosi licei fino alla pensione, e ha pubblicato diversi saggi d’interesse filosofico, psico-antropologico e letterario. È stato il fondatore dell’officina Filosofica dell’Is.Be, ideata per combattere la confusione dei tempi contemporanei, con la volontà di riportare “l’attenzione su noi stessi, sulla cura di sé, degli altri e del mondo che ci circonda”.
Direttore e fondatore della rivista “Sesuja”, ha diretto numerose collane editoriali per la casa editrice Edes. Sono infinite le iniziative realizzate come direttore scientifico dell’Is.Be, tra le quali spiccano le battaglie per l’introduzione della lingua sarda nelle programmazioni di RAI Regione.
Una delle sue ultime apparizioni pubbliche era stata lo scorso luglio a Sassari per la presentazione della bozza dello Standard ortografico della lingua turritana, un importante traguardo che ha visto il Bellieni nel ruolo di coordinatore.
Prolifica anche la sua attività di poeta. Lascia un libro in fase finale di stampa dal titolo “Poetosofia” dove la prima, la regina delle sue opere, è non a caso “Dimandas”: la domanda di un poeta-filosofo che fino all’ultimo non ha mai smesso di chiedersi “il perché delle cose”.
«Non ha avuto paura di delegarci, di darci responsabilità, di affidarci ciò per cui ha lavorato una vita – ha detto infine Doloretta Lai –. La memoria rimanere nel tempo, per ciò che si è fatto e si è realizzato. Ma soprattutto per l’affetto e l’amore che si è trasmesso. Credo che chiunque lo abbia conosciuto ne porterà con sé un bel ricordo, un ricordo affettuoso».
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