Nuova mazzata per l’edilizia: obbligo di Soa per tutte le imprese che operano con gli incentivi fiscali
Lai e Meloni (Confartigianato Sardegna): «Abrogare subito l’obbligo SOA: penalizza le Pmi».
Per l’edilizia arriva l’ennesima mazzata burocratica. Dal prossimo primo gennaio, infatti, tutti i contratti nelle costruzioni con valore superiore a 516mila euro che beneficiano di incentivi fiscali, in primis quelli privati ovvero quelli legati a bonus, incentivi e superbonus 110%, potranno essere sottoscritti solo da imprese in possesso della certificazione Soa.
Per Confartigianato, l’obbligo della Società Organismo di Attestazione i rappresenta una barriera nei confronti delle imprese artigiane e una evidente lesione della libera concorrenza oltre ad essere un irragionevole aggravio burocratico. Per questo, l’Associazione Artigiana, con altre sigle che rappresentano e tutelano le piccole e medie imprese italiane, hanno scritto una lettera al Ministro delle Infrastrutture Salvini per chiedere l’abrogazione di questo prossimo obbligo, che entrerà in vigore fra pochi giorni.
«Finora le attestazioni SOA erano richieste solo per la partecipazione agli appalti pubblici – spiegano Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, e Giacomo Meloni, presidente degli Edili di Confartigianato – con il decreto-legge n. 51 del mese di maggio 2022, invece, l’obbligo dell’attestazione è stato introdotto anche per le imprese che operano nel mercato dei bonus edilizi, quindi nei contratti tra privati. Se pensiamo che una semplice ristrutturazione di un condominio vale circa 850 mila euro, possiamo farci una idea concreta».
«Per questo, dal 1° gennaio 2023 fino al 30 giugno 2023 – continuano Lai e Meloni – l’esecuzione dei lavori di importo superiore ai 516mila euro e per i quali è possibile accedere alle agevolazioni fiscali (Superbonus 110%, Ecobonus, Bonus ristrutturazione e altri) dovrà essere affidata ad imprese che, al momento della sottoscrizione del contratto di appalto, siano in possesso dell’attestazione SOA oppure a imprese che, al momento della sottoscrizione del contratto di appalto hanno avviato la sottoscrizione di un contratto finalizzato al rilascio dell’attestazione SOA».
Confartigianato Sardegna sottolinea che imporre alle imprese, anche operanti in subappalto, il possesso di una qualificazione rilasciata da appositi soggetti attestatori provocherà una decimazione del mercato. A fronte delle oltre 18mila imprese artigiane isolane che animano il comparto, è cominciata la selettiva rincorsa alle circa 800 realtà produttive dotate di una qualunque delle richiamate attestazioni.
Per il comparto sarebbe l’ennesima complicazione burocratica che arriva dopo lo stillicidio di modifiche normative legate ai bonus e soprattutto al superbonus 110%. Un vero incubo per imprese, professionisti, amministratori di condomini e famiglie. Una recente analisi dell’Associazione Artigiana delinea una ragnatela burocratica di 224 interventi su detrazioni fiscali edilizie e superbonus: nel dettaglio si tratta di 29 interventi legislativi distribuiti su 16 differenti leggi, decreti legge e decreti ministeriali, di cui 24 solo nell’ultimo anno equivalente ad 1 modifica legislativa ogni 16 giorni. Inoltre, si sommano 9 provvedimenti del Direttore dell’Agenzia delle entrate e 186 documenti di prassi, costituiti da 6 circolari, 4 risoluzioni, 157 risposte ad interpello e 19 FAQ.
«L’obbligo SOA lede la libera concorrenza – proseguono – per questo chiediamo che l’efficacia della misura sia posticipata perché rappresenta un irragionevole aggravio burocratico e una barriera nei confronti delle imprese artigiane. Imporre alle imprese, anche operanti in subappalto, il possesso di una qualificazione rilasciata da appositi soggetti attestatori provocherà una decimazione del mercato».
Il comparto delle Costruzioni in Sardegna vede operare circa 18mila aziende artigiane, ma ora è cominciata la selettiva rincorsa alle circa 800 realtà produttive (artigiane e non) che sono in possesso delle certificazioni.
«Se gli obiettivi della nuova disciplina potrebbero essere condivisibili, la soluzione adottata è del tutto inappropriata e suscita numerose perplessità in termini di efficacia perché non giustifica la trasposizione del sistema di qualificazione delle imprese dal settore pubblico a quello privato – proseguono i due Presidenti – dopo oltre 20 anni di operatività, l’obbligo SOA negli appalti pubblici non ha dimostrato il raggiungimento dei declamati indici di qualificazione del mercato.
L’obbligo SOA, inoltre, non è efficace per contrastare il fenomeno delle imprese fantasma e si ricorda che nel nostro ordinamento esistono già dispositivi come il DURC, la congruità e i controlli in grado di rimediare alle condotte fraudolente ed inoltre è un obbligo che non dà garanzie al consumatore sul livello di professionalità dell’impresa ma solo sulla esperienza e possesso delle attrezzature idonee a fare quel lavoro».
«È tempo di prevedere, piuttosto – concludono Lai e Meloni – un rigoroso sistema di verifica dei titoli volti ad autorizzare l’ingresso nel mercato. Da anni, chiediamo una legge di regolamentazione del settore dell’edilizia sulla quale confrontarsi. Detto questo, siamo favorevoli che l’accesso al sistema dei bonus debba restare subordinato al superamento di una serie di scrupolosi accertamenti, parte dei quali affidati a professionisti abilitati».
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