Le ceneri ritrovate in Corsica sono del latitante di Buddusò Quirico Carta
Dopo l’analisi del Dna e anni di ricerche portate avanti dai Carabinieri della Compania di Ozieri si chiude così una vicenda iniziata nel 2008 con il tentato omicidio di due persone e la fuga. L’uomo, morto nel 2018, viveva nell’isola francese sotto falso nome.
Dopo l’analisi delle ceneri custodite in un’urna dissotterrata nel giardino di una sperduta abitazione in Corsica, i Carabinieri mettono la parola fine alla misteriosa latitanza del buddusoino Quirico Carta. Con l’esame del dna che ha confermato la sua identità, si chiude così una vicenda lunga 15 anni, iniziata il 14 febbraio 2008, quando armato di pistola, dopo essere entrato in un bar del suo paese, in via Kennedy, sparò contro due avventori che, nonostante le gravi ferite riportate, riuscirono a sottrarsi alla sua furia omicida.
Da quel momento Carta, allora 47enne, già conosciuto alle cronache per l’omicidio di un uomo nel 1993 e per il quale aveva scontato una lunga pena, si diede alla macchia, senza dare più notizie di sé. A nulla valsero i numerosi inviti a costituirsi, nemmeno dopo l’appello lanciato dal parroco durante l’omelia domenicale.
A sigillare definitivamente lo stato di latitanza, il 17 ottobre 2012 giunse poi l’esito del processo per il duplice tentato omicidio e porto d’arma clandestina: 16 anni di reclusione, un verdetto che sicuramente rafforzò la volontà di Carta di non farsi più prendere dalla Giustizia.
Nel corso tutti questi anni, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ozieri, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Investigativo di Sassari, hanno condotto mirate attività investigative in maniera tradizionale, con appostamenti e pedinamenti delle persone vicine al latitante e con l’utilizzo dei moderni sistemi tecnologici.
Dopo una lunga attività di indagine Quirico Carta fu individuato in Corsica, nella zona di un piccolissimo comune rurale arroccato nella parte sud-occidentale dell’isola. Lì, ormai dal 2013, aveva iniziato una nuova vita con una compagna, una donna francese che non aveva mai sospettato nulla sulla vera identità dell’uomo che si faceva chiamare “Antonio”, con le generalità di un’altra persona, vivente, originaria di Nuoro e inconsapevole di tutto. La sua esistenza, condotta nella tranquillità delle campagne corse, fu drammaticamente interrotta nel pomeriggio del 30 gennaio 2018, quando morì dopo un improvviso malore.
La svolta arriva il 2 giugno 2021, a seguito di una fitta cooperazione internazionale di polizia corroborata da attività rogatoriali avviate dalla Procura sassarese, gli agenti della D.T.P.J. (Direction Territoriale de Police Judiciaire) della Police Nationale di Ajaccio – seguendo le indicazioni fornite dai Carabinieri di Ozieri – eseguirono una perquisizione a casa della ex compagna e, oltre ai documenti italiani falsi (una tessera sanitaria ed una carta d’identità facente parte di una partita di documenti asportati dal Comune di Fonni nell’aprile 2009) trovarono un’urna contenente le ceneri di Carta, che la compagna aveva deciso di seppellire in giardino.
Gli specialisti del R.I.S. di Cagliari hanno quindi eseguito delle comparazioni incrociate tra il Dna estrapolato dai resti inceneriti e quello dei parenti del ricercato, nonché con il profilo che era stato isolato dagli oggetti rinvenuti nell’ovile di Pattada ove, nell’aprile 2010, l’uomo – prima di allontanarsi poiché braccato dall’Arma – aveva soggiornato per qualche tempo. Il recente esame scientifico ha quindi confermato l’ipotesi investigativa dei militari del Norm di Ozieri e dei colleghi del Nucleo Investigativo di Sassari: le ceneri custodite nell’urna dissotterrata nel giardino della sperduta abitazione in Corsica appartegono al corpo del latitante Quirico Carta di Buddusò.
In copertina: panorama di Buddusò
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