Barumini, dalla Marmilla un secco “no” al parco eolico vicino al sito Unesco di “Su Nuraxi”
Oltre 40 trattori hanno sfilato in corteo da Genoni a Barumini per protestare contro il progetto.
Si è alzato forte oggi il grido d’allarme della Marmilla per dire ‘no’ alla costruzione nel territorio di Barumini di un parco eolico vicino al sito Unesco di “Su Nuraxi”. Questa mattina agricoltori, allevatori e cittadini con oltre 40 trattori hanno sfilato in corteo da Genoni a Barumini per protestare contro il possibile progetto della società Grv wind Sardegna 6 srl, con sede a Milano, che prevede 17 aerogeneratori alti oltre 200 metri, come un grattacielo di 80 piani ciascuno. Coldiretti Sardegna e comunità locali sono infatti preoccupate per l’impatto che avrebbe il progetto sul sistema agricolo del territorio, oltre che per lo sviluppo di una zona altamente vocata al turismo archeologico-culturale.
Alla riunione dei Consigli comunali delle amministrazioni coinvolte hanno partecipato circa 20 Comuni rappresentati da Anci Sardegna, dall’Unione dei Comuni della Marmilla e dai sindaci di Barumini, Genoni, Escolca, Villanovafranca, Sanluri, Siddi, Nuragus, Las Plassas, Gergei, Villamar, Tuili, Setzu, Collinas, Gesturi, Lunamatrona, Nurallao ed Escalaplano. Presente nel centro “Giovanni Lilliu” di Barumini anche l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Marco Porcu.
«Ho voluto partecipare personalmente a questa assemblea per manifestare il mio dissenso contro l’installazione di un impianto eolico a ridosso del complesso nuragico», ha detto l’Assessore. «Siamo consapevoli – ha proseguito – che la Sardegna sarà chiamata a fare la sua parte nella transizione energetica, nell’interesse complessivo della Nazione ma questo deve avvenire con una concertazione che, partendo dalle comunità locali, consenta di individuare le aree idonee. Partendo dapprima dai siti già compromessi ed evitando di intaccare, quanto più possibile, il territorio che può e deve essere destinato preliminarmente allo sviluppo agricolo, pastorale e turistico, fondamentale per l’economia isolana».
«Quella di oggi è una battaglia che ci deve vedere tutti uniti. Su questo progetto ci sono ingenti ritorni economici per chi lo gestisce, ma poco o nulla per le comunità locali lasciate estranee a qualsiasi decisione sul proprio futuro energetico – ha sottolineato invece il presidente Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu –. Come sul cibo sintetico e con la petizione Coldiretti portata al ministero, i sardi si sono uniti con 200mila firme, così su questo tema restando uniti, si possono raggiungere altrettanti risultati».
Anche per il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, «le energie rinnovabili possono essere il futuro solo se i progetti sono condivisi con le comunità locali. Avere una Sardegna ‘green’ è auspicabile, ma solo a fronte di un progetto strutturato che parta dalle aree compromesse e non vocate all’agricoltura o ad altro modello di sviluppo scelto dai territori».
Per Giorgio Demurtas, presidente di Coldiretti Cagliari, «basta progetti calati dall’alto, non si può entrare in casa di qualcuno senza chiedere il permesso. È necessario che la Regione, insieme alle altre del Sud Italia, intervenga per dare voce ai suoi territori su temi così importanti come quelli dell’energia verde, i benefici delle energie rinnovabili devono essere concreti e reali per i cittadini».
Stop dunque alle decisioni che non comportano la condivisione delle scelte di sviluppo con le persone che vivono sul territorio. In particolare le numerose aziende agricole e allevamenti zootecnici, oltre ai comuni che hanno costruito con cura un percorso di sviluppo basato sul turismo storico-culturale legato ad uno dei siti archeologici più importanti dell’isola. “No” quindi all’idea di sfruttare economicamente la Sardegna senza consentire ai cittadini di essere protagonisti del proprio futuro.
“Sì” invece allo sviluppato energetico “verde” e sostenibile, compatibile con la sua vocazione agricola e turistica del territorio. Nonché alla tutela del sito Unesco ‘Su Nuraxi’, seguendo il percorso tracciato dalla Soprintendenza, Direzione Regionale dei Musei e dalla Fondazione Barumini, che ha portato il sito a diventare un’eccellenza per il turismo archeologico-culturale. Chiesto infine alla Regione un piano energetico regionale che tenga conto delle proposte dei territori e dei benefici per i sardi.
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