• 27 Novembre 2024
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Cardinal Becciu, quando la gogna mediatica si sostituisce alla giustizia

Card. Becciu 2

Quasi come un fulmine a ciel sereno ieri sera è giunta la notizia delle dimissioni (?) del card. Angelo Becciu da Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato. Non si conoscono le motivazioni ufficiali, tutto tace nelle segrete stanze vaticane. Non un accenno, non un commento. Niente di niente. Come era logico tutti i principali giornali italiani hanno evidenziato a tutta pagina la notizia. E la Chiesa? Come spesso capita si ritira nel suo “carapace” e si fa scudo con il silenzio. Molti parlano di epurazione, altri di complotti, di soldi e strani intrecci finanziari. Ma la verità qual è?

Purtroppo a Roma in questi ultimi anni troppe figure sono state esautorate dei loro poteri vedi i cardinali Müller, Burke, Comastri, l’arcivescovo Georg Gänswein e altri. Ma come, la Chiesa adotta questi metodi per i presunti e naturali avvicendamenti, si sono chiesti in molti? Certo, tutto il mondo è paese. Tant’è che i motivi di tali decisioni non sono mai stati chiari, mai argomentati. Metodi più da regime che da democrazia, si potrebbe pensare. Per capire, o meglio farsi una vaga idea, e ricostruire le vicenda, infatti si deve andare alla ricerca degli indizi, delle indiscrezioni, degli innumerevoli articoli sparsi nel variegato e politicizzato e anticlericale mondo editoriale italiano per capire se la persona messa alla berlina, a torto o a ragione, è colpevole oppure no.

È in atto, come da prassi tutta italiana, anche per il card. Becciu, una sorta di esecuzione pubblica, senza che ci sia stato ancora un processo. Oramai è chiaro, il dito è puntato, la sentenza è già stata emessa: colpevole. Anche se, ma questo non è importante (!), non è mai sia stato formalmente incriminato da un giudice. Il giustizialismo, ahimè, con rigurgiti da inquisizione, si è insinuato nuovamente anche in Vaticano. Tempi duri si prospettano per tutti i cattolici. La Chiesa deve ed è obbligata a far chiarezza al proprio interno. E questo non si discute. Per cui se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, anche con gli interessi. Quello che però lascia allibiti è la metodologia e quella innata tendenza ad autocolpirsi e a farsi male da sola, come faceva il povero Tafazzi in una nota trasmissione televisiva.

Per la Chiesa diocesana di Ozieri questa vicenda è certamente un duro colpo, vedere un suo “figlio” messo alla berlina lascia sgomenti e privi di parole. L’unica speranza che rimane è che la vicenda, seguendo le democratiche strade della giustizia, si ricomponga e riporti ad identificare la figura di Angelo Becciu a quella di principe della Chiesa.

Antonello Sabattino

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