Sabato a Bultei si parla di sicurezza informatica con l’analista di Cybersecurity Maria Caterina Falchi
La conferenza, organizzata dall’associazione Usulvisi Ets, è inserita tra gli eventi di “Urtei in beranu” promossi dalla Pro Loco.
BULTEI. “Oltre lo schermo. L’impatto del web sulle nostre vite”. È il titolo della conferenza organizzata a Bultei dall’associazione culturale Usulvisi Ets nel quadro degli appuntamenti di “Urtei in beranu” promossi per il mese di maggio dalla Pro Loco guidata dalla presidente Pina Sechi. Sabato 6 maggio (dalle ore 18) nel centro culturale “Aldo Moro” parlerà di questo argomento la 32enne dottoressa di origini bulteine Maria Caterina Falchi, analista di Cybersecurity che da quasi tre anni lavora per una multinazionale del settore occupandosi di offrire consulenza alle aziende che operano nel mondo finanziario.
«Il mio lavoro, tuttavia, non si limita solo a questo ma si estende anche ad attività più legate alla sensibilizzazione e all’acquisizione di una consapevolezza su quali siano i rischi e i pericoli che presenta la rete ogni giorno», ha spiegato la dottoressa Falchi che abbiamo intervistato per presentarci la tematica del convegno, ovvero la sicurezza informatica.
Da che cosa nasce questo suo interesse alla sensibilizzazione?
«Essendo una giovane donna ho avuto modo di vivere in pieno l’evoluzione tecnologica che ci ha portato a diventare in tutto e per tutto dipendenti dal web e dai vari dispositivi che ci permettono di restare costantemente connessi. Se da un lato questa evoluzione ci ha consentito di conoscere un nuovo mondo, fatto di nuove persone e opportunità, allo stesso tempo ci ha esposto a una serie di rischi prima sconosciuti per i quali dunque, è necessario svolgere attività di sensibilizzazione».
Questa sua attitudine è in qualche modo legata anche agli studi che ha fatto?
«Lo studio della giurisprudenza mi ha permesso di dare la giusta rilevanza ed importanza al diritto alla riservatezza, diritto costituzionalmente garantito, che pure oggi, specie per via dell’uso delle piattaforme social, viene messo in continua discussione. Con lo studio del Diritto dell’Unione Europea, in particolare del Regolamento Generale per la Protezione dei Dati Personali (meglio noto come GDPR) è cresciuto il mio interesse per le tematiche legate alle nuove tecnologie ed ho quindi deciso di seguire un Master focalizzato sulle tematiche della Cybersecurity».
Che cosa troviamo tra lo schermo e le nostre vite?
«Troviamo indubbiamente opportunità ma anche innumerevoli pericoli. L’avvento di internet, dei computer così come da ultimo degli smartphone, ha profondamente cambiato il nostro modo di vivere. Sono tantissime ormai le azioni, le attività che svolgiamo semplicemente con un click: pensiamo alla consultazione dei nostri dati bancari, o persino dei nostri dati sanitari. Oggi ci è concesso di fare tutto in modo più “comodo” e per alcuni versi più semplice. Ma se questo è l’aspetto positivo dell’evoluzione tecnologica, esiste anche l’altra faccia della medaglia, fatta di pericoli di cui spesso nemmeno ci rendiamo conto e che pure corriamo ogni giorno».
Quali potrebbero essere i pericoli più sottovalutati?
«Sicuramente uno degli errori che tutti noi commettiamo è il pensare che “non capiterà mai a me” e che nessuno potrebbe essere interessato ad accedere alle nostre informazioni. In realtà ogni giorno si registrano tantissimi attacchi, principalmente truffe ai danni degli utenti che cliccano sull’email sbagliata o che utilizzano una password troppo debole e che dunque, in pochissimo tempo, si ritrovano ad avere il proprio conto in banca prosciugato o le proprie informazioni personali violate e divulgate online».
Chi è che sottovaluta maggiormente questi pericoli?
«Tutti noi sottovalutiamo i rischi connessi all’utilizzo di internet, spesso e volentieri perché non abbiamo la percezione dei possibili impatti che questi possono avere nella nostra vita reale. Se da un lato ci sono le persone di età un po’ più avanzata che utilizzano password deboli e che spesso cadono vittime delle truffe, dall’atro lato ci sono tanti giovani che condividono le proprie immagini e le proprie informazioni con troppa leggerezza e ingenuità, ignari dei pericoli anche molto seri cui alcuni atteggiamenti li possono esporre. È per questo motivo che il convegno organizzato dall’associazione culturale Usulvisi si propone di coinvolgere tutti, giovani e meno giovani».
Ringraziamo la dottoressa Falchi per la disponibilità e il tempo che ci ha voluto concedere per l’intervista.
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