Intervista a Giovanni Sanna, mister ozierese dell’Under 15 dell’Olbia Calcio 1905
«Mi dispiace tanto aver visto una società quasi centenaria come l’Ozierese fare un campionato relegata all’ultimo posto».
OZIERI. Per il terzo anno consecutivo il tecnico ozierese Giovanni Sanna ha allenato nel settore giovanile dell’Olbia Calcio 1905, che con le categorie agonistiche partecipa ai campionati nazionali. Dopo le precedenti esperienze con Under 17 e Under 14, in questa stagione il mister ha guidato con ottimi risultati l’Under 15 dell’Olbia Calcio 1905. È lui il nostro intervistato di turno, questo il testo della chiacchierata.
Mister, che consuntivo puoi fare sull’appena conclusa stagione che ti ha visto sulla panca di una delle più importanti realtà del calcio sardo?
«Il bilancio è sicuramente positivo, il campionato è terminato da qualche settimana, ma la nostra attività in campo si protrarrà fino ai primi di giugno; ci stiamo preparando per alcuni tornei FIGC ed approfittando del clima favorevole si continua a lavorare sodo andando ad incidere in maniera specifica sulle lacune dei ragazzi. In questo periodo si riescono anche a fare dei lavori specifici individuali che durante la stagione non si ha il tempo di fare durante la normale routine del campionato.
Il percorso formativo dei ragazzi è stato più che positivo con una crescita graduale e costante che ci ha portato nel finale del campionato a competere alla pari con le squadre che militavano nei primissimi posti della classifica. Naturalmente tutto grazie ad un accurato lavoro di staff tecnico, che ringrazio, al direttore sempre disponibile, alla segreteria ed a tutta la dirigenza sempre pronti a garantire le miglior condizioni per lavorare al meglio».
Purtroppo da queste parti le cose non vanno tanto bene… in un solo colpo sono retrocesse tutte le nostre formazioni della Promozione, due della prima categoria ed una della seconda. Un periodo storico sfortunato o c’è dell’altro? Pensi che sia necessario rivedere qualcosa?
«Non conosco bene le situazioni che riguardano gli altri paesi, ma da cittadino e tifoso di Ozieri mi dispiace tanto aver visto una società quasi centenaria come l’Ozierese, ben conosciuta nel panorama calcistico isolano, fare un campionato relegata all’ultimo posto e con pochissimi punti in classifica, senza mai essere stata di fatto in corsa per la salvezza.
Penso che non sia una questione di sfortuna, ma le responsabilità in questo caso sono da spartire tra tanti e non esclusivamente sul mister di turno. È innegabile che il nostro territorio stia vivendo una fase di decrescita delle risorse economiche ed umane; questo si ripercuote inevitabilmente anche sullo sport ed è per questo che oggi chi è chiamato ad occuparsi di calcio dev’essere più bravo e preparato rispetto al passato».
Compatibilmente con i tuoi impegni segui anche il calcio giovanile zonale: hai visto qualcosa di interessante, a riguardo?
«Il mio impegno porta via tanto tempo, purtroppo soprattutto quest’ultimo anno ho latitato dai campi locali, però qualche mese fa abbiamo giocato una partita amichevole con gli allievi regionali della Junior Ozierese, mi sono piaciuti, e ho visto qualche ragazzo degno di nota, ma sicuramente sono presenti altri ragazzi interessanti anche nelle altre società, su questi bisogna puntare e lavorare tanto per il futuro».
Giuseppe Cantara ha vinto il campionato col suo Tempio, altri mister ozieresi, quali Ferruccio Terrosu e Giuseppe Solinas hanno fatto importanti e positive esperienze a Calangianus e Berchidda, e, seppure con alterne fortune Luigi Piu e Marco Muduloni hanno guidato Pattada e Nughedu S.N. Pensi che per la rinascita del calcio locale si possa puntare su qualche tecnico locale?
«Penso che non sia un problema di tecnici; Ozieri esporta allenatori in tutto il nord Sardegna, questo significa che sono bravi e quelli da te citati operano da tempo ed hanno sviluppato un curriculum ed importanti esperienze nelle società in cui sono stati.
Il problema del calcio locale è strutturale; sono necessarie società ben organizzate, con programmi sostenibili veramente basati sulla crescita dei ragazzi e non esclusivamente come spot da pubblicare sui social. Incide, poi, la carenza di strutture, si spera, adesso, con la consegna del nuovo A. Masala di risolvere, ma non bisogna abbandonare la struttura del quartiere di San Nicola. Fare calcio oggi è una cosa seria e difficile, ci vogliono capacità; impegno e buona volontà non bastano più, ed è necessaria tanta competenza per rimanere al passo dei competitor».
Sei in grado di darci qualche anticipazione sul tuo futuro?
«Ho ricevuto delle proposte da qualche società del territorio, alcune anche stimolanti, ma come già detto, la nostra attività in campo non è ancora terminata, subito dopo con il direttore faremo il punto della situazione; l’Olbia Calcio rimane, comunque, la mia priorità».
Con queste dichiarazioni si chiude la nostra chiacchierata con mister Giovanni Sanna, al quale auguriamo, ad ogni livello, il successo che la sua serietà e preparazione meritano senz’altro.
Raimondo Meledina
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