• 22 Novembre 2024
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Il caso di Andrea Manca, Figus (PdF Sardegna): «Grave che un giudice decida della vita di una persona»

Giudice

La coordinatrice del Popolo della Famiglia Sardegna Barbara Figus interviene sulla decisione del giudice del Tribunale di Oristano, Gabriele Bordiga, che ha ordinato la sospensione dei presìdi sanitari che sostengono le funzioni di Andrea Manca, ex sindacalista Cgil di 58 anni di Solarussa, in stato vegetativo ormai da 21 mesi dopo un infarto dovuto al Covid. Il giudice tutelare ha accolto la richiesta presentata dal fratello di Andrea, Alessandro, in base alla legge 219 del 2017.

«È davvero grave che un giudice – evidenzia Figus – possa decidere, in questo modo, della vita di una persona. Ci troviamo di fronte ad un caso che i neuroscienziati definiscono di “veglia a-responsiva”. Il cervello del paziente, infatti, continua la propria attività ma non può comunicare e il paziente stesso può, addirittura, provare emozioni».

«Chi può dire con certezza – prosegue la coordinatrice del PdF – che Andrea non possa riprendersi? Chi può sostenere che non abbia veramente intenzione di continuare a vivere? Ricordo che Andrea Manca non ha lasciato Disposizioni anticipate di trattamento (DAT). Non esiste un documento dove esprima la propria volontà di morire, se non più cosciente. In mano abbiamo solo le testimonianze di amici e parenti che si dicono certi della sua volontà ad “autodeterminarsi”. La sua volontà, quindi, è presumibile ma non certa».

«Andrea Manca, è bene ricordarlo, morirà di fame e di sete dopo essere stato opportunamente sedato. Morirà – sottolinea Figus – perché il fratello e un giudice hanno deciso per lui cos’era giusto fare. Costoro sostengono che stia soffrendo inutilmente. Come fanno ad esserne così certi? Se la vita di Andrea verrà interrotta, quante altre subiranno un simile trattamento per mano di un giudice?».

«Ci troviamo di fronte – conclude Barbara Figus – a quella che Papa Francesco definisce “cultura dello scarto”, una visione neoliberista della società in cui produrre comporta avere diritto alla vita e non produrre significa averne molto, molto meno».

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