Monti, la storia dei Balari raccontata in 17 quadri realizzati dagli studenti del Liceo “De Andrè” di Olbia
“Monti: i Murales raccontano la nostra storia, la nostra identità, il nostro futuro”. È il titolo del progetto (referente Gavino Sanna), ideato e proposto dall’associazione culturale “Sos Misureris” guidata da Mario Fiori, messo in pratica graficamente dalle studentesse e dagli studenti delle seconde e terze classi del Liceo Artistico e Musicale “Fabrizio De Andrè“ di Olbia, diretto dal dirigente Luigi Antolini.
L’iniziativa, sovvenzionata dalla Fondazione di Sardegna – comparto scuola 2021/2022 –, è stata presentata nei giorni scorsi a Monti nella Casa del Miele. L’opera grafica, realizzata con una tecnica tutta particolare, consta nel complesso di ben 17 grandi quadri – sistemati lungo un percorso simbolico del centro storico del paese, sui muri delle case di via Verdi – che raccontano la storia dei Balari.
Le composizioni sono state ideate secondo la libera interpretazione degli studenti che hanno appreso le notizie su questo antico popolo, che abitò anche il territorio di Monti, durante le lezioni seguite a scuola. I protagonisti del progetto sono Alessandro Brianda, Andrea Stuggiu, Beatrice Ono, Eleonora Filigheddu, Eleonora Orazi, Emanuele Bacciu, Erika Casu, Giorgia Derosas, Gloria Demontis, Marilù Sanna, Marta Porcu, Nicolò Pirina, Rachele Trovati, Rosa Invento, Samuele Giua, Sofia Terzita e Victor Zirottu. Hanno collaborato con gli studenti gli insegnanti Emanuela Lutzu, coordinamento e organizzazione, Luca Rossi, ideazione e direzione artistica, Emanuela Ciccu, consulenza storica, e Ciriaco Casu, progettazione grafica.
Gli studi sui Balari erano stati affrontati già dai tempi dei Romani. Successivamente, numerosissimi studiosi del mondo accademico si erano interessati a questo popolo. A dare una svolta storica sulla loro presenza in Sardegna, fu un preside di Monti, Silvio Mattioli, Ispettore onorario alle Antichità e Belle Arti che, nel lontano 1965, scoprì il “Cippo” sul letto del fiume Scorraboe, che divide i territori dei comuni di Monti e Berchidda. Cippo che aveva la funzione di confine fra la popolazione dei Corsi, che abitavano la Gallura, e i Balari che occupavano parte del Monte Acuto. Obiettivo del Prefetto romano, con l’incisione del Cippo, era porre fine agli sconfinamenti di entrambe popolazioni che causavano continui scontri armati.
La scoperta del Mattioli fu illustrata dallo studioso e accademico Piero Meloni, nel corso del V congresso internazionale di Epigrafia greca e latina tenutosi a Cambridge nel 1967. Il testo della comunicazione fu poi pubblicato negli atti editi ad Oxford nel 1971. L’argomento fu oggetto tanti anni fa, prima, di un convegno organizzato in paese dai Misureris, poi dalla pubblicazione di un libro scritto da Giuseppe Mattioli, infine dalla registrazione del costume, che riproduceva i probabili abiti che indossavano, presso l’Agenzia delle Entrate. Ora, con la realizzazione di questi grandi quadri, si dà ulteriore luce alla storia di questo popolo, rendendola popolare, che non ha lasciato né scritti né monumenti, ma che ha attratto la curiosità di tantissimi studiosi.
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