In libreria: “Portoro” di Giulio Neri
Eros e Tanatos gravano sulla vita di Carmelo. Inclementi, se lo contendono e insidiano la sua famiglia e non lo risparmiano neppure il giorno del suo ventinovesimo compleanno: ne parla Giulio Neri nel suo nuovo romanzo intitolato Portoro [Il Maestrale, 2020, 237 pagine, 18 euro].
Romanzo di formazione dalle tinte fosche e immerso in una bolla vagamente Bukowskiana, Portoro ci sbatte in faccia le debolezze, i vizi, e le mezze virtù di cui – nonostante ogni sforzo mistificatorio – l’umanità fisiologicamente è portatrice, al di là della facciata e delle apparenze; apparenze che, proprio come le venature del prezioso marmo – il Portoro – che ha dato il titolo a quest’opera, possono suggerire infinite quanto eleganti illusioni ottiche.
Carmelo, il protagonista, è affetto da uno spleen che non solo lo inchioda alle proprie debolezze ma lo trascina in una sorta di spirale verso il basso in cui, e vai a capire come faccia, puntualmente incontra e frequenta personaggi quasi esclusivamente come lui: disagiati e depressi, quando non stravaganti. Neppure il notevole talento per il calcio di cui è dotato riesce a salvarlo, nonostante suo padre faccia di tutto per far sì che potesse metterlo a frutto, lui riesce sempre a svincolarsi da qualsiasi responsabilità per infilarsi in qualche strana, per non dire deleteria, avventura sotto il segno di Tanatos.
La copertina del romanzo di Giulio Neri Portoro [Il Maestrale, 2020, 237 pagine, 18 euro]
Carmelo ha anche una vita amorosa (e sessuale) decisamente singolare, ossia un Eros che ben si attaglia alla sua condizione di vita precaria. E sorvoliamo sugli studi universitari.
Tutto ciò ci colpisce – a voler essere sinceri – non tanto per le disavventure del protagonista, ma piuttosto per la constatazione delle ferite che la vita può infliggere a chiunque, anche a noi stessi o a qualcuno dei nostri cari.
Ma il viaggio allucinante in cui è costretto il protagonista, a un certo punto assume un senso e si rivela purificatorio e salvifico al pari di quello dantesco.
Degna di nota positiva anche la decisione di inserire numerosi dialoghi, il risultato ha impreziosito la narrazione mettendo viepiù in risalto i singoli personaggi in un perfetto meccanismo di astrazione.
L’autore in quest’opera – la terza, dopo Carta, forbice, sasso: memorie senza racconto [Asterios, 2016] e A tie solu bramo [Il Maestrale, 2018] – dimostra notevole maturità espressiva e capacità di introspezione tali da rendere il suo stile originale, ben definito e di spicco; la sua voce si distingue netta ed elegante e ha tutti i presupposti per affermarsi ed elevarsi nel panorama letterario.
Giulio Neri
Antiquario e scrittore cagliaritano, ha esordito nel 2016 con il romanzo Carta Forbice Sasso. Memorie senza raccordo, edito da Asterios Edizioni (Trieste). La seconda pubblicazione, A tie solu bramo, è avvenuta nel 2018 con la casa editrice nuorese Il Maestrale. Ancora per Il Maestrale, nel febbraio 2020, Portoro.
Tra le attività legate alla letteratura, cura uno spazio dedicato ai libri sul sito d’informazione Casteddu Online.
A cura di Mario Borghi