• 23 Novembre 2024
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Ozieri, Aurelio “Liuccio” Pittalis presenta il suo primo libro “Fragili confini”

Aurelio Liuccio Pittalis Fragili Confini
Efisio è il nome di fantasia che l’Autore ha voluto dare al protagonista del racconto, che nella sua narrazione ripercorre le tappe più salienti della propria vita, prima nel rione di Sa Inzazza e poi a Bidda Noa-San Leonardo. Il 10 settembre dialogherà con l’autore il linguista Cristiano Becciu.

OZIERI. Domenica 10 settembre alle ore 17, non certo a caso nella piazzetta di San Leonardo, che per molti anni ha costituito il suo spazio ludico e comunitario, Aurelio Pittalis, per gli ozieresi Liuccio, presenterà la sua prima fatica letteraria a cui ha voluto dare il titolo di “Fragili confini”.

A dialogare con l’autore, lo scrittore e giurato del Premio Ozieri Cristiano Becciu, verosimilmente alla presenza di tante persone, fra cui molte di quelle che costituivano, e tuttora costituiscono, il mondo ozierese di Liuccio, e che, con molta curiosità, vorranno conoscere il contenuto di un lavoro dal contenuto sicuramente autobiografico, che rappresenta anche un interessante spaccato dei cambiamenti della società sarda degli anni ’60, allora alle prese con forti migrazioni all’estero e nel Continente.

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Efisio è il nome di fantasia che l’Autore di Fragili confini ha voluto dare al protagonista del racconto, che nella sua narrazione ripercorre le tappe più salienti della propria vita, sin da quando, bambino, “cresceva come tanti nel suo mondo incantato”, prima nel rione di Sa Inzazza e poi a Bidda Noa-San Leonardo, quartiere a forte vocazione popolare in “anni in cui le differenze di casta e di censo si facevano sentire non poco”, anche se “le classi sociali iniziavano a non differenziarsi più per il grado di ricchezza” . 

La vita era quella di tutte, o quantomeno di gran parte, delle famiglie di allora, con la giornata che iniziava con la provvista dell’acqua al “rubinetto pubblico”, la frequenza alle Scuole Elementari del Cantaro ed i giochi con il cavallo di ferula, i carrettoni e, quando qualcuno lo aveva, i primi calci al pallone e quindi sos contados che i più grandi raccontavano nelle serate estive, la Messa ai Cappuccini, i cinema alla Casa del Fanciullo e più avanti il Pappet, il calcio con la Libertas Ozieri...

Con gli studi il “nostro” non aveva molta dimestichezza e così, dopo aver appreso dal padre Costantino, bottega da parrucchiere-barbiere davanti alla Fontana Grixoni, i primi rudimenti del mestiere ed avere svolto altri lavoretti, l’insoddisfatto Efisio decide di affrontare il grande salto dell’emigrazione, e così, prima lui ed il fratello Antonio il fatidico 3 maggio del 1969, e poi tutta la sua famiglia si spostano nella più accogliente ed opulenta Emilia Romagna, che offriva maggiori e più remunerative opportunità lavorative. Lì Liuccio/Efisio ha trascorso gran parte della sua vita mettendoci radici, e anche oggi che, smesso il camice dopo una fortunata attività di parrucchiere per una vita, potrebbe far ritorno in Sardegna, solidi legami (leggi famiglia ed altri interessi) lo tengono ancorato alla terra che lo ha accolto, dandogli, insieme al lavoro, quella stabilità, non solo economica ma anche personale ed affettiva, la cui ricerca era poi alla base dell’emigrazione del ragazzo di San Leonardo diventato uomo in un’altra Regione.

L’emigrazione, si badi bene, inizialmente e comprensibilmente, fu dolorosa: non era facile per nessuno lasciare il proprio mondo e anche se il libro, come sottolinea l’Autore nella sua presentazione, è stato scritto inizialmente “solo per divertimento”, siamo portati a credere che nella sua stesura Liuccio/Efisio avrà rivissuto moltissime volte i forti e talvolta penosi sentimenti di nostalgia che hanno caratterizzato, alla pari di come è successo a tanti altri “Efisio”, quel delicato periodo della sua vita, ma che hanno rappresentato, anche e soprattutto, momenti di crescita personale descritti con la penna e col cuore in “Fragili confini”, bella e talvolta malinconica prima opera dell’ormai attempato settantenne Aurelio-Liuccio-Efisio Pittalis, che senz’altro saprà regalare emozioni a quanti la leggeranno. 

Raimondo Meledina

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