Ozieri. Inaugurato un murale in ricordo di Stefania Sanna, la ragazza che amava il teatro, il cinema e la fotografia
La pittura è stata realizzata da alcuni allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Sassari, dove Stefania si era laureata nel 2007 in scenografia.
OZIERI. Il teatro e il cinema, che insieme con la fotografia erano le grandi passioni di Stefania Sanna, sono raffigurate nel murale inaugurato ieri mattina e dedicato alla giovane, scomparsa nel 2011 a meno di 29 anni per una grave malattia. L’opera è stata realizzata da alcuni allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Sassari, dove Stefania si era laureata nel 2007 in scenografia. Mara Masala, Chiara Pazzola, Alessandra Fiori, Alessandra Catta, Antonello Marchesi e Carlotta Tola, sotto la guida dei docenti Giovanni Sanna e Federico Soro, lo hanno eseguito alcuni giorni fa su un muro in via Gavino Cocco, reso disponibile dal Comune dopo un iter burocratico con la Sovrintendenza, iniziato due anni fa e terminato prima dell’inizio di questa estate.
Durante l’inaugurazione familiari e amici di Stefania, per voce della mamma Teresa (nella foto in basso), l’hanno ricordata con tutte le passioni, l’entusiasmo e la gioia di vivere che hanno caratterizzato la sua breve vita, sintetizzate nella frase “fate da bravi” che dà il titolo al libretto a lei dedicato che la descrive con le parole dei padrini. Alla cerimonia erano presenti il presidente del consiglio comunale Antonio Delogu, gli assessori alla Cultura e all’Urbanistica Alessandro Tedde e Giuseppe Volpe, l’ex sindaco Marco Murgia e membri della vecchia giunta (con la quale era iniziato l’iter per la realizzazione); il docente Giovanni Sanna, già insegnante di Stefania, gli allievi che hanno realizzato il murale, la famiglia, le amiche e gli amici di Ozieri, Sassari e Olbia.
La mamma ha voluto ringraziare, oltre alle autorità comunali delle due giunte coinvolte nell’iter, gli allievi e i docenti dell’Accademia, l’architetto Bianca Maria Cossu, e tutti i presenti, rivolgendo ai giovani l’invito ad affrontare la vita con lo stesso entusiasmo e fiducia nel prossimo che aveva Stefania.
La pittura muraria, accanto alla quale è stata posta una targa in trachite realizzata da un artigiano di Ozieri Francesco Sanna, è stata benedetta dal parroco di San Nicola don Francesco Ledda, il quale, ha ricordato con toccanti parole la ragazza che aveva conosciuto nei mesi prima della sua scomparsa. Ai giovani artisti la famiglia ha consegnato un contributo e un attestato ricordo, mentre a tutti i presenti è stato donato il libriccino dedicato a Stefania, tutto interamente finanziato a proprie spese. A cura della famiglia è anche la mostra fotografica, allestita nella piazzetta di San Leonardo, dove sono stati raccolti gli scatti più belli di Stefania e alcune immagini di un altro progetto a lei dedicato che è stato creato sul Monte Mtelo in Kenya, al confine con l’Uganda, luogo in cui ora sorge un nuovo centro sportivo, con campo da calcio, creato grazie al contributo della madre di Stefania. Un progetto portato avanti dall’ozierese Salvatore Correddu, che qualche tempo fa aveva realizzato nel paese di Kapenguria, sempre in Kenia, un campo da basket per ragazzi finanziato anche grazie alla generosità dei cittadini di Ozieri (il progetto BasKenya). Il campo da calcio in memoria di Stefania, dove giocheranno oltre 180 bambini di un villaggio, sarà circondato da oltre 300 alberi nel ricordo di un’altra grande passione della ragazza, la natura, celebrata anche nel “Giardino dei Ciliegi” creato per lei dalla mamma e nell’iniziativa “L’Albero di Stefi” che negli anni scorsi ha visto nascere piccole oasi verdi in giardini di Ozieri, Olbia, Sassari, in tante altre città in Italia e all’estero dove vivono e lavorano tanti suoi amici.
Tra le fotografie scattate da Stefania esposte nella piccola mostra anche la sua prima opera vera e propria: quella di un angolo della mansarda della nonna dove aveva focalizzato l’obiettivo su John Coltrane, gigante del jazz moderno e su Richard Galliano, il più grande fisarmonicista del jazz, “erede musicale” di Astor Piazzolla. Un’opera che venne esposta, insieme a quelle di altri allievi dell’Accademia, nelle sale del “Palatu ‘e sas iscolas” di Villanova Monteleone.
Nelle immagini e nel libriccino si ricorda anche la sua passione per il teatro, di cui fu scenografa, anche nel “Teatre Llantiol” di Barcellona, e interprete con varie compagnie tra cui “La Botte e il Cilindro” di Sassari, e per il cinema, oggetto della sua tesi di laurea che raccontava la passione per il cibo presente nei film. Una vita breve ma intensissima, conclusa troppo presto ma con il sorriso sebbene, come si racconta nella brochure, «un triste destino decide per lei e sarà costretta a riprendere la strada di casa, per tentare di sconfiggere un nemico che, purtroppo, si rivelerà più forte delle sue ambizioni». Una vita breve ma felice, come detto, e quel “Fate da bravi” che dà il titolo al libretto è la «cortese raccomandazione con la quale lei congedava abitualmente parenti e amici che andavano a visitarla. Raccomandava a tutti, in questo modo, di mantenere l’armonia, l’intesa e la collaborazione, secondo lei collanti dei rapporti tra i familiari, ma anche tra gli individui in generale. Stefania, infatti, era convinta che solo con il dialogo fosse possibile appianare dispute e incomprensioni, gravi e meno gravi. Perché Stefania felice lo era e appariva anche alle persone che la conoscevano appena, sempre sorridente e serena. Serenità, fiducia e sano ottimismo erano infatti forse le ragioni di quella evidente felicità».
A.C.
Articolo aggiornato l’11 settembre 2023 alle ore 20:40
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