• 21 Novembre 2024
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A Benetutti e Nule rinnovata la devozione a Santa Barbara

Santa Barbara Benetutti Nule

A Benetutti e Nule la devozione per Santa Barbara si rinnova ogni terza domenica di settembre con un pellegrinaggio a piedi e la celebrazione della Santa Messa nella chiesa a lei dedicata, situata  in un territorio poco distante dai due paesi del Goceano.

Le persone anziane ricordano che, nei giorni che precedevano la festa, tanti gruppi di fedeli svolgessero a piedi anche la novena, recitando il rosario per tutto il tragitto con molta devozione mentre percorrevano gli antichi e stretti sentieri che conducevano alla chiesa, oggi resi fruibili anche ai  veicoli. Un via vai continuo di fedeli a tutte le ore sia da Benetutti che da Nule fino al giorno della Santa Messa che, sino al Concilio Vaticano II, veniva celebrata di mattina anziché di pomeriggio come avviene oggi.

Statua Santa Barbara Benetutti

Quest’anno l’appuntamento è stato accompagnato da una bella giornata di sole e da delle temperature tipicamente estive, per cui alle 18 la piccola chiesetta campestre si è riempita di fedeli che, a piedi o in macchina, hanno voluto raggiungere la meta. Il parroco di Benetutti don Gianni Palmas, che ha presieduto la celebrazione, ha voluto ricordare la vita della Santa sottolineandone la grande forza e la capacità di perdonare anche nelle situazioni peggiori della propria vita, come lei stessa fece con suo padre poco prima di essere decapitata da lui a causa della sua fede.

Dopo atroci torture infatti, alle quali aveva assistito impassibile il padre Dioscoro, Santa Barbara venne decapitata proprio per mano del genitore il 4 dicembre 306. Secondo la leggenda però, sembra che il suo martirio sia stato subito vendicato perché si narra che dopo aver compiuto il terribile figlicidio, Dioscoro, venne colpito da un improvviso fulmine, che squarciò un cielo del tutto sereno e incenerì all’istante l’empio persecutore. Da allora Santa Barbara, che è considerata ”santa ausiliatrice”, viene invocata come protettrice di tutti coloro che hanno a che fare con le armi da fuoco, nonché contro il pericolo delle morti improvvise e dei fulmini.

Al termine della celebrazione le sono stati dedicati i tradizionali gosos e all’uscita dalla messa è stato offerto a tutti i presenti il consueto “cumbidu” da parte delle famiglie che di generazione in generazione si occupano della chiesetta.

M. Francesca Ricci

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