Monti, gli studenti del Comprensivo dedicano un albero a Giulia Cecchettin
Esposta in via Roma anche una panchina rossa contro la violenza sulle donne.
MONTI. Sull’onda emotiva dell’omicidio di Giulia Cecchettin, che ha colpito profondamente le coscienze della comunità montina, alta si è levata la condanna contro la violenza sulle donne e i femminicidi, suscitando sentimenti di comprensibile sdegno. Due iniziative meritano di essere segnalate. La prima, organizzata in collaborazione tra l’Istituto Comprensivo di Monti e il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna in occasione della “Festa degli Alberi”, ha riguardato il progetto scolastico intitolato “Ambiente, ideato dall’insegnante Agnese Sanna della scuola primaria. Iniziativa che ha accostato due temi: quello ambientale e quello etico. I Forestali della locale Stazione hanno infatti piantato l’albero donato agli studenti, i quali, considerando il tragico e commovente momento e l’ampia eco suscitata dagli omicidi delle donne, hanno voluto dedicare con una scritta proprio a Giulia Cecchettin.
La responsabile del plesso della scuola primaria di primo grado, l’insegnante Laura Spanu, sul significato del gesto ha affermato: «Abbiamo osservato un minuto di silenzio in suo ricordo. Dopo aver sensibilizzato gli alunni sul delicato argomento con la speranza che prendano coscienza delle problematiche legate alla violenza sulle donne in tutte le sue forme, insegnando loro che, certi atteggiamenti emergono a volte dalle piccole cose, vanno subito stigmatizzati».
La seconda iniziativa ha riguardato esposizione, ad opera di un cittadino nella centralissima via Roma, a fianco del bar tabacchi, di una panchina dipinta di rosso su cui è stato affisso un foglietto con la scritta divenuta virale in tutta Italia: «Una scia di dolore non ci lascia indifferenti! L’amore quando è vero non umilia, non calpesta, non uccide». Anche in questo caso, il nobile gesto è rivolto non solo alla strage delle donne che si stanno consumando quotidianamente e nel resto d’Italia, ma anche alla catena dei femminicidi, ben 32 avvenuti in Sardegna, che non si vuole arrestare.
Giuseppe Mattioli
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