Emergenza Covid-19, i sindacati sul piede di guerra scrivono al Prefetto di Sassari
Emergenza Covid-19 nel Nord Ovest della Sardegna, i sindacati sul piede di guerra scrivono al Prefetto di Sassari e proclamano lo stato di agitazione del comparto Sanità del territorio di Sassari. Con una lettera di denuncia e di richiesta d’incontro, firmata dalle sigle sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp, indirizzata al prefetto di Sassari, Maria Luisa D’Alessandro, all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu e ai direttori dell’Aou e dell’Assl di Sassari parte lo stato di agitazione di tutto il comparto della sanità sassarese preoccupato dell’evolversi dell’epidemia da Covid-19. I sindacati denunciano in particolare come il sistema ospedaliero e quello territoriale (Usca, Medicina territoriale, medici di famiglia e pediatri di libera scelta) del Nord Ovest dell’Isola siano messi a dura prova a causa della carenza di personale (medici, infermieri, OSS e ausiliari), e di «una gestione improvvisata e non coordinata da parte dei vertici dirigenziali locali nominati dalla politica».
Nei sette punti evidenziati nella lettera i dirigenti sindacali sottolineano le criticità e la grande mole di lavoro che l’unico pronto soccorso dell’Aou di Sassari deve sostenere per rispondere a tutti gli accessi di persone con sintomi riconducibili al Covid. Così come desta preoccupazione il fatto che «ben sette unità operative ospedaliere afferenti ai plessi delle cliniche di S. Pietro sono state riconvertite in unità (posti letto) per l’assistenza di pazienti covid, condizione per la quale al SS. Annunziata si stanno dirottando i bisogni di salute nocovid, congestionando però le unità operative come i reparti di medicina, di geriatria e di chirurgia». Nel documento inoltre si invita la direzione sanitaria a verificare le quantità dei dispositivi di protezione individuale in possesso dell’Assl per il personale e a provvedere a un’immediata revisione dei percorsi nei plessi ospedalieri, a partire dagli accessi al pronto soccorso, per proseguire con i percorsi diagnostici. Così come una programmazione adeguata per le sanificazioni e le bonifiche.
Per quanto riguarda le USCA (unità speciali di continuità assistenziale), i sindacati chiedono un loro potenziamento, portando il numero da 8 a 11, in modo tale da garantire una sorveglianza sanitaria territoriale più capillare e che eviti inutili corse al pronto soccorso. In igiene Pubblica – denunciano ancora – la situazione è davvero complessa, «qui servono ulteriori risorse umane per gestire la mole di lavoro legata agli screening. Un solo dato la dice lunga su come stanno le cose: circa 1000 mail di segnalazioni di casi sospetti attendono risposte. Il sistema di tracciamento e di screening lavora, secondo i dati da noi raccolti, almeno con una settimana di ritardo, e questo genera un grave danno alla salute della popolazione».
Nella lettera, i sindacati, nel sottolineare che anche nei presidi di Ozieri e di Alghero devono essere garantiti i percorsi sporco/pulito e tutte le necessarie misura di sicurezza, hanno evidenziato l’importanza di queste due strutture nel garantire le cure primarie.
Un altro punto cruciale evidenziato nel documento è la dotazione organica, infatti – spiegano i dirigenti sindacali – «oltre mille assunzioni per concorso sono bloccate da troppo tempo. Vanno bene nell’emergenza le assunzioni a termine, ma i concorsi devono essere banditi. Inoltre va cancellato il numero chiuso per l’accesso alla Facoltà di Medicina e Professioni Sanitarie e nelle varie specializzazioni, chiediamo al Prefetto di farsi carico di questa richiesta per portarla al Governo Centrale».
I sindacati chiedono infine anche la nomina un vero direttore generale all’Aou, archiviando il ruolo di facente funzioni, e mettendo fine all’era dei commissari straordinari.