Sassari. Presentato il progetto Procasu, esempio virtuoso tra Cnr e Coop. Allevatori di Mores
Oltre a testare in pieno campo le prestazioni delle specie leguminose adottate, l’esperienza di Procasu ha consentito la caratterizzazione dei composti bioattivi nell’erba e dei composti biochimici nel latte e nel formaggio creando un profilo identitario territoriale di origine del nuovo prodotto caseario “Green pascoli”.
SASSARI. Esempio virtuoso di come la sostenibilità e la qualità possono andare di pari passo. È l’esempio del “Green Pascoli”, formaggio da filiera completamente certificata prodotto dal caseificio Cooperativa Allevatori di Mores, grazie al progetto sviluppato a più mani denominato “Procasu – produzioni casearie sostenibili e di qualità”. I risultati di questo lavoro sono stati presentati il 15 dicembre scorso durante un convegno organizzato dal CNR ISPAAM di Sassari nell’Area di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Erano presenti all’incontro il consigliere regionale Piero Maieli, presidente della V commissione attività produttive della RAS, Battista Cualbu, presidente della Coldiretti Sardegna, Paolo Ninniri, presidente della Copagri, Francesco Uras, vice direttore della CIA di Sassari, e il presidente del Consorzio di Bonifica Nord Sardegna Toni Stangoni.
«Il “Made in Italy” ed in particolare il “Made in Sardinia” – ha detto Gianni Re, responsabile scientifico del progetto – significa qualità, unicità, originalità, genuinità dei nostri prodotti agroalimentari e nello specifico per il pecorino sardo. Identità che da noi in Sardegna da sempre è espressa col Pastoralismo in tutte le sue forme. La comunità erbacea naturale è una componente essenziale dei sistemi agroforestali – continua Gianni Re – non solo riguardo la ricchezza in biodiversità e numero di specie vegetali ma anche perché rappresenta una fondamentale risorsa di cibo e quindi di energia per gli allevamenti di bestiame. Inoltre, l’elevata biodiversità dei pascoli mediterranei influisce notevolmente sulle caratteristiche del foraggio che, variando in funzione delle specie botaniche presenti, possono influenzare le caratteristiche chimiche e nutraceutiche del latte e di conseguenza del formaggio da esso ottenuto».
I benefici di un pascolo migliorato con leguminose azoto fissatrici, che permettono di evitare concimazioni chimiche, vengono poi tradotti in latte e successivamente con la sua lavorazione consentono la produzione di un formaggio dalle caratteristiche uniche. A parlarne alla platea la biologa Giannella Piluzza del Cnr Ispaam: «l’attività di ricerca ha consentito la caratterizzazione dei pascoli migliorati delle 16 aziende oggetto di studio, molecole con potenziali effetti benefici per la salute animale e sulla qualità dei prodotti derivati (latte, formaggi, carne)». Aspetti che Simonetta Caira del CNR ISPAAM di Napoli ha spiegato sfruttando l’applicazione di tecniche analitiche avanzate che assicurano l’identikit del prodotto “Green Pascoli”. Allo stesso modo è importante sottolineare che «una corretta gestione delle risorse idriche in agricoltura in relazione i cambiamenti climatici eviterebbe un inutile spreco di risorsa idrica, e danni sia alle colture, sia ai suoli. Le moderne tecniche irrigue sono lungi dall’essere conosciute e correttamente applicate – sostiene il presidente del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna e relatore nel convegno Toni Stangoni –. Favorire lo sviluppo di una cultura dell’acqua, educare le popolazioni a fronteggiare un contesto ambientale a rischio desertificazione, modernizzare reti e sistemi di monitoraggio degli inquinamenti – prosegue – sono i fattori indispensabili al fine di non sprecare risorse essenziali e per sostenere un agroalimentare di pregevolezza. Si sta lavorando in tal senso grazie alla Ras e al Pnrr grazie a un progettualità che permetterà di investire parecchie risorse».
Per il ricercatore del Cnr Ispaam Leonardo Sulas «gli scenari di cambiamento climatico che prevedono modelli di precipitazione alternati ad eventi estremi, potrebbero potenzialmente compromettere la capacità di rigenerazione dei sistemi foraggeri mediterranei asciutti. Per questo, all’interno di questi sistemi, la sulla è un esempio di leguminosa prativa tollerante alla siccità estiva che si è dimostrata reattiva al riavvio vegetativo programmato mediante inumidimento del terreno», conclude Sulas.
Il progetto “Procasu” è finanziato alla Cooperativa Allevatori di Mores con risorse a valere sul PSR Sardegna 2014-2022 sottomisura 16.2., programma che punta a potenziare la cooperazione e l’integrazione tra imprese e mondo scientifico, attraverso progetti pilota. E infatti proprio da questo è nata la collaborazione tra l’Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR ISPAAM) e la Cooperativa per contribuire a colmare la necessità del mercato di diversificare la produzione casearia principalmente rappresentata dal Pecorino Romano DOP.
In copertina: l’intervento del responsabile scientifico del progetto Gianni Re
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