Carabinieri del TPC, nel 2023 recuperati in Sardegna 37.632 reperti archeologici
Bilancio dell’attività regionale dei Militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari.
CAGLIARI | 4 maggio 2024. Presentati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Cagliari i risultati dell’attività operativa relativa al 2023 svolta in tutta la Sardegna. Secondo i dati forniti, i Militari del TCP lo scorso anno, in collaborazione con le diverse componenti territoriali dell’Arma e degli altri reparti specializzati, hanno effettuato 919 controlli in aree archeologiche marine e terrestri e 530 verifiche in aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali. Ed eseguito, inoltre, 184 controlli a esercizi commerciali di settore, 39 sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza dei musei e 736 verifiche su beni culturali posti in vendita online.
Tutta questa attività preventiva ha portato a 68 deferimenti all’Autorità giudiziaria, di cui 9 per associazione a delinquere, 5 per reati contro il paesaggio e uno in stato d’arresto per detenzione di arma clandestina. In totale sono stati recuperati 37.632 reperti archeologici (di cui 35.219 numismatici), 98 reperti antiquariali, archivistici e librari e 3 reperti paleontologici, per un valore complessivo stimato in oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Tra le operazioni più significative, il deferimento all’Autorità giudiziaria di un soggetto che ha asportato barite tabulare a scaglie brune dalla Grotta di Santa Barbara di Iglesias. Si tratta di formazioni risalenti al Cambrico inferiore (circa 500 milioni di anni fa), che rappresentano un patrimonio unico ed inestimabile a livello mondiale. Le indagini, condotte in collaborazione con la Compagnia Carabinieri di Iglesias, hanno permesso anche il recupero di materiale archeologico e paleontologico.
Poi, grazie all’attività investigativa, condotta unitamente alle Compagnie di Sanluri, Oristano e Cagliari, il sequestro di 10 metal detector e due attrezzi da scavo archeologico (cosiddetti spilloni) utilizzati per scavi clandestini nelle aree del Campidano.
Ed infine, il recupero in ambito sottomarino, a seguito di una segnalazione di un privato cittadino, nel mare della costa Nord orientale della Sardegna, nel territorio di Arzachena, di un ricco deposito di follis risalente alla prima metà del IV secolo d.C. Secondo una prima stima, fatta sulla base del peso complessivo del ritrovamento, il numero delle monete di bronzo si aggirerebbe oltre i 30.000 esemplari. Il contesto cronologico delle monete è riscontrabile in un arco temporale tra il 324 (monetazione di Licinio) e il 340 d.C. Datazione confermata dalla presenza di monetazione di Costantino il Grande e da quella di tutti gli altri membri della famiglia presenti come cesari.
Questa attività è stata svolta, unitamente al Reparto Territoriale Carabinieri di Olbia, al Nucleo CC Subacquei di Cagliari, in supporto alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro.
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