Tenuto a Nuoro il 2° convegno regionale sulla migrazione sanitaria
Durante l’incontro, gli interventi di associazioni, dell’assessore regionale alla sanità Armando Bartolazzi e degli onorevoli Roberto Deriu ed Emiliano Fenu. A sorpresa la presenza in sala della presidente della Regione Alessandra Todde.
NUORO | 21 maggio 2024. La mobilità sanitaria è diffusa emigrazione “in direzione ostinata e contraria”, come tutte le migrazioni è particolarmente dolorosa e gravosa per una molteplicità di fattori. Un movimento di sofferenze alla ricerca di cure specialistiche, di tecnologie avanzate e terapie d’avanguardia; una mobilità di speranze verso auspicate possibilità sanitarie di efficienza interregionale. La mobilità dei sardi è principalmente in direzione Nord della penisola ed evidenzia una basilare condizione di diseguaglianza nel sistema sanitario nazionale.
La specifica situazione di migrazione sanitaria sarda è stata dibattuta a Nuoro, in occasione del 2° Convegno regionale tenutosi, sabato 18 maggio, all’auditorium della Biblioteca S. Satta. Un avvicendamento di interventi qualificati del settore sanitario, dell’associazionismo e delle rappresentanze politiche regionali e nazionali hanno delineato il quadro migratorio isolano.
I lavori del convegno nuorese sono stati introdotti dal moderatore-coordinatore Antonello Delogu, responsabile comunicazione SVS Viaggi per la Salute. A sorpresa, la presenza in sala della presidente Alessandra Todde che, invitata, ha rivolto un breve saluto a convegnisti e presenti. La Presidente della Regione Autonoma della Sardegna ha ribadito la grande attenzione al versante della salute e l’impegno primario «per un tema così importante, a cui stiamo lavorando giorno per giorno, anche in merito alle complessità che abbiamo trovato. Oggi si tratta una tematica di estrema importanza, sanità e migrazione sanitaria, che interessa l’organizzazione e la necessità di rivedere anche la strutturazione dei nostri ospedali e le realtà sanitarie territoriali».
Dopo i saluti di Alessandro Rosas, portavoce regionale del coordinamento dei Comitati sardi per la salute pubblica (di cui SVS fa parte) e di Francesco Carta, referente per Medicina Democratica in Sardegna, che hanno sottolineato l’impegno per la «gratuità di cure» e ribadito il chiaro no «per un settore sanitario di mercificazione», si sono aperti il lavori del tavolo congressuale.
La relazione di Renato Pischedda, presidente di SVS Viaggi per la Salute, ha subito proposto all’attenzione il rendiconto sui numeri dell’assistenza nell’arco 2023: 883 contatti, a significare il rilevante e crescente contributo sviluppato ed offerto ai migranti sanitari. La SVS, associazione nata nel 2021, è l’unica in Italia che si occupa a 360° di emigrazione sanitaria, con un’attività di servizi logistici, assistenza burocratica ed economica. Sede call center (Centro chiamate) e centrale operativa dei trasporti sanitari a Nuoro, mentre a Quartu Sant’Elena è efficiente una sede operativa, gestita da volontari.
Renato Pischedda ha annunciato l’imminente apertura di un nuovo centro servizi per l’assistenza dei migranti sanitari a Genova, inaugurazione prevista a novembre 2024 e ubicazione in prossimità dell’asse portuale. Servizi previsti gratuitamente nel centro SVS ligure: supporto burocratico, con assistenza nella gestione delle pratiche necessarie per ottenere i rimborsi di legge; servizi logistici relativi ai viaggi, inclusi trasporti speciali e alloggi per pazienti ed accompagnatori; accoglienza diffusa, con rete a carattere nazionale ed internazionale; anticipazioni spese, per i pazienti con un ISSE inferiore a 8.000 euro e che hanno diritto ai rimborsi di legge.
Il centro ligure avrà funzione di osservatorio privilegiato e di studio del fenomeno sanitario, sotto l’aspetto sociale, economico, funzionale e di aggregazione per chi dovrà affrontare un percorso di cure lunghe e lontano da casa e familiari. Il centro di Genova, già in disponibilità SVS, necessita di una ristrutturazione e spese di allestimento stimata in circa 32.000 euro. E dal convegno nuorese è partito anche l’appello per la campagna di raccolta dei fondi per finanziare il progetto e per comunicare la rete di collaborazioni attivate con servizi sociali, Caritas, associazioni territoriali e l’Istituto Gaslini.
L’intervento della dottoressa Francesca Dettori, presidente dell’associazione per il Diritto alla Salute “Franco Monagheddu”, da esperta della L.R. 26/91 e con esperienza diretta ventennale su assistenza legale al malato, ha spiegato l’assurda ed incomprensibile disomogeneità nell’applicazione della norma regionale, secondo la libera interpretazione nei vari distretti sanitari. Dunque, necessario armonizzare in unicità la legge relativa alle prestazioni di assistenza indiretta nel territorio nazionale e all’estero.
Armando Bartolazzi, assessore alla Sanità della Regione Sardegna, ha esposto la posizione e l’azione che porterà avanti sul delicato tema della sanità e fornito un ampio quadro sulle politiche ed iniziative programmate, alcune dirette a migliorare l’assistenza ai migranti sanitari. Ha destato interesse l’ampia l’analisi sullo sviluppo medico-tecnologico e ancor più le considerazioni, tra “dritto e rovescio”, sui problemi strutturali della sanità sarda e sugli investimenti relativi alla professionalità.
L’Assessore ha narrato della sua personale esperienza professionale all’estero e, secondo un modello pubblico e consolidato in Svezia, considera che ogni ospedale, anche in Sardegna, debba avere una sua mission, ossia l’insieme di obiettivi mirati a una specificità e criticità; dunque, ospedali-istituti (IRCCS, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico che operano con i ricercatori transnazionali) «specializzati in una branca, a cui lavorare H24», con competenze ed eccellenze per ogni patologia (es.: oncologia, cardiologia, diabete, malattie rare, ect.). Insomma, attraverso gli istituti mission, si dovrebbe ridisegnare il servizio sanitario sardo con auspicate eccellenze. Individuati da Bartolazzi possibili IRCCS: cardiologico a Sassari, «che parli la stessa lingua dell’eccellenza ‘Mondino’ di Milano», e con indirizzo oncologico e pediatrico a Cagliari. Certo, una nuova direzione e senso rivoluzionario sul prospettico assetto sanitario sardo.
Il consigliere regionale Roberto Deriu, primo firmatario della proposta di legge che intende modificare la L.R. 26/91, ha sostenuto nel suo intervento, in considerazione della crescente specializzazione delle cure e lo spopolamento delle zone interne che ha aumentato la necessità di mobilità sanitaria passiva, le significative modifiche di semplificazione e di maggior tutela dei cittadini sardi in materia sanitaria. Secondo Deriu, bisogna ridurre i tempi per l’erogazione dei contributi e aumentare il supporto regionale per chi è costretto a spostarsi per motivi di salute.
L’onorevole Emiliano Fenu, nel corso del convegno, ha presentato una nuova proposta d legge depositata alla Camera dei Deputati, elaborata e “tracciata” da Antonello Delogu, accolta e perfezionata dal deputato che avanza significative e vitali disposizioni in materia di mobilità sanitaria interregionale e mira a risolvere le problematiche legate alla migrazione sanitaria italiana, quantificata in un milione di persone e contribuendo così a migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema sanitario nazionale.
Tantissimi gli interventi e questioni poste dal pubblico presente e la corale richiesta a “salvare e rilanciare l’ospedale di Nuoro”; espressa in diversi intervenuti la problematica della sanità di base, ribadita e richiesta maggior attenzione alla salute fisica da non disgiungere da quella mentale. L’intervento della dottoressa Rosa Maria Caliandro (Medicina democratica) si sintetizza, in modo significativo, con la considerazione di centralità della persona e in cui ogni azione di carattere sanitario ha senso di dignità umana se parte dal cittadino e per il cittadino.
Cristoforo Puddu
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