• 24 Novembre 2024
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Ozieri, Gian Gabriele Cau illumina la basilica di Bisarcio con una nuova pubblicazione

Basilica di Bisarcio
Lo studioso presenterà la monografia, frutto di 18 anni di studi e ricerche, venerdì 14 giugno alle 18 nella chiesa di Sant’Antioco. Il Vescovo di Ozieri mons. Melis: «Un autentico dono per la nostra Chiesa diocesana e per tutti gli appassionati della storia e della cultura della nostra terra e della nostra gente».

OZIERI | 11 giugno 2024. Sarà presentato venerdì pomeriggio come preludio ai festeggiamenti estivi in onore di Sant’Antioco il doppio volume “Sant’Antioco di Bisarcio. Chiesa cattedrale e chiesa priorale cistercense. Le fonti e la storia – Le architetture e gli arredi”, frutto degli studi compiuti da Gian Gabriele Cau sulla splendida cattedrale romanica ozierese ed esposizione delle varie particolarità prima sconosciute e da lui scoperte nel corso degli anni.

L’opera contiene, come spiega lo stesso autore, «una importante quantità di informazioni sulla complessa vicenda storica e artistica della chiesa, raccolte in diciotto anni di studi» integrate «con nuovi inediti dati emersi da una più attenta lettura delle fonti archivistiche, dal censimento e dalla catalogazione delle epigrafi e dei graffiti parietali, dallo studio della decorazione scultoreo-architettonica, dall’analisi delle visite pastorali a Bisarcio dei vescovi di Alghero del Cinquecento ma anche dall’analisi di un certo numero di arredi liturgici medievali, di recente rimessi in luce».

Divisa in due tomi – “La storia e le fonti” e “Le architetture e gli arredi” – la monografia è ulteriormente ripartita in sottosezioni che contengono i vari tempi oggetto del quasi ventennale studio del ricercatore. Un lavoro curato e presentato con estrema chiarezza, per essere fruibile non solo dagli studiosi ma anche da chi volesse approfondire per mera curiosità anche un solo aspetto dei tanti in esso contenuti.

Libri Bisarcio Gian Gabriele Cau

Nel primo volume, si parte dalla presentazione della basilica e delle sue pertinenze, dalla loro costruzione ai successivi interventi che nei secoli ne mutarono l’aspetto sovrapponendo all’originale stile romanico elementi dell’architettura tipica cistercense che le vennero conferiti dai monaci che la ebbero come chiesa priorale tra la metà dell’XI secolo alla fine del XV. Interventi che proseguirono per oltre ottocento anni, per consolidamenti e adattamenti alle esigenze delle varie epoche. Si prosegue con l’analisi delle fonti documentali provenienti dagli archivi, quelle primarie, rilette e reinterpretate alla luce delle successive conoscenze, e di quelle secondarie, non archivistiche, e spazio si dà anche a quanto emerge dalla chiesa stessa, come «alcuni “graffiti di commemorazione”, che rivelano i nomi di due maestri architetti, il Johannes magister commacinus attivo nella fabbrica consacrata nel 1164 e il magister Paulu pater cistercensis progettista del portico e dell’esuberante decorazione del prospetto di facciata, ma anche di due vescovi sin qui sconosciuti alla cronotassi dei vescovi di Bisarcio, Petrus II committente della galilea e Joseph Sanna forse l’anonimo che nel 1215 partecipa al IV Concilio Lateranense».

Gian Gabriele Cau

Gian Gabriele Cau censisce e cataloga poi le oltre 140 epigrafi tracciate da maestranze e clero e residenti nella basilica, anch’esse importantissime per ricostruire la storia della cattedrale. «Un ampio e sorprendente campionario, con invenzioni grafiche inusuali e non codificate eppure intuibili grazie alla ricchezza della sapienza popolare», dice l’autore. Ultima parte del primo volume, infine, è una rilettura di tutte le ricerche compiute sulla basilica negli ultimi due secoli, completata da una cronologia che aiuta a inquadrare ogni informazione nel suo preciso momento storico e fornire una perfetta visione di insieme.

Nel secondo volume, Cau scrive lo sviluppo storico e artistico dell’intero complesso, composto da basilica e pertinenze, partendo dal primo impianto della chiesa che fu semidistrutta da un incendio intorno al 1065 e fu poi ricostruita. Un focus sulla sua architettura, con specifiche analisi dei fregi e delle decorazioni, delle arcate e dei cicli scultorei, dei colonnati e di altri graffiti. Altra sezione è dedicata ad arredi, paramenti, affreschi, tavole e suppellettili presenti nella basilica o la cui esistenza è documentata da varie fonti, soprattutto vescovili o inventariali, dettagliatamente descritti e illustrati e di cui si cerca di ipotizzare la collocazione in base allo studio degli spazi interni. Uno studio che consente di all’autore di «ricostruire l’intero impianto planimetrico della basilica del secondo quarto del Cinquecento».

Uno studio corposo, attento e che, come detto, è frutto di lunghe e accurate ricerche e che «non si limita a fornire risposte, ma stimola domande, confronti e dubbi». Così lo descrive nella prefazione il vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis, che lo definisce «un autentico dono per la nostra Chiesa diocesana e per tutti gli appassionati della storia e della cultura della nostra terra e della nostra gente. È attraverso opere – afferma il prelato – come questa che possiamo approfondire la conoscenza del nostro passato e, di conseguenza, comprendere meglio il presente e orientarci verso il futuro».

L’opera sarà presentata venerdì 14 giugno alle 18 nella basilica di Bisarcio alla presenza dell’autore, che dialogherà con don Gianfranco Pala, responsabile Edilizia di Culto e Beni Culturali della Diocesi di Ozieri. Sarà presente il vescovo Melis e con lui presenzieranno i rappresentanti degli enti e associazioni che negli anni hanno sostenuto le ricerche di Gian Gabriele Cau: oltre alla Diocesi, i club Rotary, Inner Wheel e Lions Club e la società religiosa Sant’Antioco di Bisarcio.

A.C.

Essebi aprile 2024 1

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