«Il centro di Ozieri sempre più deserto»
OZIERI | 16 giugno 2024. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Pierangelo Fae sulla “desertificazione”, sia demografica che economica, in atto nel centro urbano di Ozieri. Un problema, secondo l’ex consigliere comunale, che va affrontato al più presto con «un’idea di sviluppo a lungo termine» che possa rivitalizzare la città, contenere l'”emorragia” di giovani e la chiusura delle attività commerciali.
«Che il centro stia diventando un deserto è sotto gli occhi di tutti, e le ragioni partono da molto lontano, ad iniziare dalla scelta di svuotare dei propri abitanti case ed isolati, per ricollocare gli stessi nell’allora nuovo quartiere di San Nicola, distante ben quattro chilometri dal nucleo storico, che invece sarebbe dovuto sorgere a ridosso delle zone di espansione allora nascenti. Non ha contribuito inoltre la tendenza a popolare l’agro, la cui densità abitativa è paragonabile, in proporzione, a quella di Sassari, che forse non a caso sconta, seppur in parte, alcuni problemi assimilabili a quelli della nostra cittadina. Non va inoltre taciuta la progressiva ed inesorabile chiusura di una serie di storiche attività commerciali, destinate ad estinguersi a causa del mancato ricambio generazionale. Si aggiunga la costante tendenza a decentrare attività di ogni tipo, il costante spopolamento endemico delle zone interne, la mancata acquisizione del teatro e l’intolleranza verso alcune attività di intrattenimento, vessate oltremisura, ed ecco che oggi il centro diventa sempre più una periferia.
In che modo si possa invertire questa tendenza non è semplice, ma certamente il ruolo delle istituzioni sarà determinante: bisognerà fare scelte coraggiose, magari incentivando il ritorno verso il centro di abitanti (ne è un esempio la via Limbara, grazie alla recente riqualificazione) e piccole e medie attività commerciali ed artigianali, pur nella consapevolezza di oggettive difficoltà quali assenza di parcheggi o altro. Bisognerà pensare ad un serio rilancio di edifici storici, come appunto il teatro, ma anche le ex elementari Garibaldi, dove sarebbe assolutamente auspicabile insediare servizi, siano essi nuovi o esistenti, oggi decentrati. Per fare questo bisogna avere un’idea di sviluppo a lungo termine ed iniziare a programmare fin da subito, al fine di evitare il cosiddetto effetto domino. Infine, una constatazione: nonostante la domanda, a fronte di una cospicua presenza di case vuote e disabitate, per chi arriva da fuori è difficile trovare immobili decenti in locazione. Sono in pochi infatti ad affittare al giusto prezzo di mercato, con la vana speranza di vendere case sempre più fatiscenti che, restando per anni chiuse e disabitate, sono destinate a diventare ruderi, e purtroppo gli esempi non mancano.
Se non si creano le condizioni lavorative e di intrattenimento culturale, sportivo o ludico, i giovani continueranno ad andar via, con buona pace di chi, invece, vorrebbe rimanere ed invecchiare nella nostra amata Ozieri», conclude Pierangelo Fae.
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