• 21 Novembre 2024
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Presentato a Nuoro il romanzo “Mantene s’odiu” del collettivo Elias Mandreu

Elisa Mandreu A Nuoro
Protagonista del libro giallo è un maresciallo dei carabiniere di origini zingare che indaga su una serie di delitti che riportano alle vicende di un sequestro datato 1975.

NUORO | 5 luglio 2024. A Nuoro, il collettivo Elias Mandreu in tour letterario, mette il sigillo ad un’altra significativa bandhela nelle tappe trionfali sarde di presentazione del romanzo thriller “Mantene s’odiu”. Tra le tante iniziative del ricco programma culturale nuorese estivo, a esaltare anche il modo migliore di vivere la città, spicca certamente l’evento di successo, tenutosi il 3 luglio nello Spazio Ilisso: protagonisti davanti a una incredibilmente numerosa ed attenta cornice di pubblico il trio di scrittori a sei mani (Andrea Pusceddu, ingegnere della IMI Remosa, Mauro Pusceddu, giudice e presidente del Tribunale di Nuoro, Eugenio Annichiarico, direttore generale dell’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna) che hanno dialogato “giocosamente e seriosamente” con Carlotta Lucato, giornalista e cultural manager, sui percorsi stimolanti proposti nei capitoli della loro narrazione edita da Piemme, gruppo Mondadori.

Copertina Mantene sodiu

Mantene s’odiu” s’inserisce  sul filone di opere che percorrono, con riflessioni narrativamente romanzate, una realtà di fatti collegati alla stagione criminale  e tragica dei sequestri di persona attuati nella Sardegna degli anni Settanta; trama sviluppata con senso investigativo e a ritroso in un crescendo di delitti che riportano alle vicende di un sequestro datato 1975 e alle fasi in cui tutto il “sistema” è in procinto ed attivo per il pagamento e la liberazione dell’ostaggio… ma essendo una narrazione intrigante – assolutamente da leggere! – e dall’intreccio travolgente ed ammaliante non riveliamo oltre.

A investigare da protagonista sarà un particolarissimo maresciallo dei Carabiniere, di origini zingare, in servizio estivo alla stazione del pittoresco borgo di Santa Lucia (Siniscola).

Il lavorio di scrittura del sodalizio Elias Mandreu somma e racchiude le caratteristiche intrinseche, di personalità e cultura, dei tre autori. Una narrazione costruita a sei mani e su due dimensioni temporali, gli anni Settanta e l’attualità del 2022, attraverso una sceneggiatura concordata nelle parti e che segue una elaborata e predefinita storyboard. Evidenziato nella presentazione il carattere di un’opera interamente di fantasia che si alimenta di credibilità con la rivisitazione delle atmosfere e dinamiche di una stagione terribile, qual è stata l’epoca dei sequestri; memoria collettiva “di ferite profonde” e realtà vissute di un periodo assolutamente da non dimenticare, per gli strascichi di tragicità umane ed economiche che ha depositato  sulle comunità sarde.

Il trio di scrittori aveva debuttato il 2009 con il romanzo “Nero Riflesso”, segnato da un eclatante botto da diecimila copie vendute, e successivamente nel 2010 con “Dopotutto”, entrambi pubblicati dalla casa editrice Il Maestrale di Nuoro. Nel frattempo si erano anche cimentati, positivamente, con opere di scrittura individuale e partecipato alle antologie Giallo Sardo, curate da Francesco Abate.

Andrea, Eugenio e Mauro hanno rivelato la metodologia di lavoro e il processo in cui Elias Mandreu esiste come entità collettiva, identificata nella gestazione e ideazione della storia, con la definizione della trama in ogni minimo snodo e dettaglio, che porta ognuno a scrivere la sua parte con il senso comune consolidato da frequentazione e conoscenza.

La presentazione di “Mantene s’odiu” è stata già ospitata a Florinas, Dolianova, Macomer, Cagliari e seguirà a Sestu, Oristano, Sassari, Portoscuso, San Gavino Monreale, Alghero, Quartu Sant’Elena e Siliqua. Diversi anche i “passaggi” in radio e tv e nelle pagine culturali di quotidiani; il titolato ed illustre collega scrittore Francesco Abate, nel recensire il romanzo sulle pagine de L’Unione Sarda, scrive che “levato il filtro affettivo, vale il giudizio sincero: una delle migliori trame d’investigazione degli ultimi anni”. E chi ha già letto “Mantene s’odiu – Ricordati di odiare”, non può che confermare!

Carlotta Lucato, artefice di una presentazione gestita abilmente e con coinvolgente empatia, ha definito simpaticamente gli Elias Mandreu «un mostro a tre teste, o meglio una creatura a tre teste… per genialità creativa e bravura».

Le intense 255 pagine del trio Elias Mandreu sono disponibili anche come prodotto audible (audiolibro dalla durata di 7 ore e 59 minuti che, con grande libertà di ascolto, può essere seguito in condizione offline, su smartphone, tablet, computer o dispositivi Echo). Mantene s’odiu è interpretato narrativamente e in modo avvincente da Antonio Tintis, attore di origini sarde con formazione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “S. D’Amico” di Roma, attivo professionalmente nel cinema, serie tv, teatro, corti e spot.

Abbiamo rivolto alcune domande ai tre autori del collettivo Elias Mandreu. Le risposte hanno il senso e specificità che accomuna il loro scrivere e pensiero…

Il vostro libro prende spunto da un sequestro di persona, avvenuto nel 1975. Cosa c’è di vero, e perché avete scelto questo tema?
«La storia – con i suoi nomi, luoghi e circostanze – è completamente inventata. Eppure dentro c’è molta verità, perché tra gli anni settanta e gli ottanta l’emergenza dei sequestri era una piaga sociale in Sardegna. Come abbiamo visto i conteggi dei malati e dei morti negli anni del Covid, allora i giornali riportavano il numero aggiornato dei sequestrati. Uomini, donne, persino bambini. Persone che sono tornate a casa con una vita distrutta, una professione in pezzi, oppure non sono mai tornate. Per noi parlarne è stata innanzitutto una scelta generazionale: siamo nati tra il 68 e il 73 quindi tra infanzia e adolescenza abbiamo vissuto quegli anni di violenza e devastazione. Ci ha lasciato segnati, in una certa misura. Il nostro libro però non vuole  essere un saggio sull’anonima sequestri. È una storia di intrattenimento, ma nella quale abbiamo voluto, sperando di esserci riusciti, raccontare una parte delle atmosfere di quegli anni e delle conseguenze che arrivano sino ai giorni nostri».

Veniamo al titolo, “Mantene s’odiu”. Perché lo avete scelto e perché in sardo?
«È la prima parte di un detto che continua con “ca s’occasione non mancat”. Coltiva l’odio in attesa della vendetta, prima o poi ne avrai l’opportunità. Il fatto che in lingua sarda sia canonizzato in un proverbio racconta come la vendetta, magari consumata a decenni di distanza, sia qualcosa intimamente legata alla nostra cultura, purtroppo. L’odio è un sentimento paritetico all’amore, nel senso che anch’esso va curato e coltivato, così come si coltiva un amore per non farlo appassire. Avevamo paura che l’editore avesse perplessità su un titolo sardo per un libro a distribuzione nazionale, ma Piemme ne ha compreso la sua peculiarità e anzi appoggiato con entusiasmo la scelta».

Chi è Mirko Stankovic, il protagonista del vostro romanzo?
«È un maresciallo dei Carabinieri (non Commissario, lui tiene molto alla distinzione) veneto e di etnia rom. Si trova in Sardegna controvoglia, e la sua insofferenza a seguire regole e procedure non gli agevola la carriera per cui temiamo ci rimarrà ancora a lungo. Non è un investigatore infallibile, anzi, ma in un modo o nell’altro riesce ad arrivare al nucleo della vicenda. Lo abbiamo conosciuto in due racconti brevi contenuti nelle raccolte Giallo Sardo e Giallo Sardo 2, ambientati nel Sulcis. In “Mantene s’odiu” viene trasferito nella piccola caserma di Santa Lucia, vicino a Siniscola. Un posto tranquillo dove non dovrebbe succedere nulla. Ma non andrà proprio così».

Cristoforo Puddu

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