“Una rete per il canto a tenore”, tenuto a Nuoro un incontro per discutere del progetto
Al convegno, promosso dall’ISRE, hanno partecipato sindaci, amministratori locali, docenti di musica e antropologia, associazioni e cantori.
NUORO | 10 luglio 2024. L’Istituto Superiore Regionale Etnografico (ISRE) e il suo attivo presidente Stefano Lavra, che opera nel segno di una visione dai chiari valori di sardità e identitari, ha promosso, in base alle direttive UNESCO e del Ministero della Cultura (L. 77/2006 e successive modifiche/integrazioni), un incontro sulle proposte di salvaguardia e sinergie sul territorio per dare vita e diffusa creazione operativa di “Una rete per il canto a tenore”.
Grande partecipazione di cantori, cori, amministratori locali; tra i tanti la presidente dell’ANCI Sardegna Daniela Falconi, sindaca di Fonni, l’ex sindaco di Nuoro Mario Zidda, che circa vent’anni fa si prodigò per il riconoscimento e valenza del canto a tenore, i primi cittadini di Silanus, Padru, Seneghe, numerosi amministratori provenienti dalle diverse aree territoriali e gli assessori comunali di Bitti, Oliena, Gavoi, con gli appassionati cultori del canto a tenore che hanno gremito l’Auditorium “G. Lilliu”-Museo del Costume e seguito per tre ore l’incontro-evento legato all’unicità del bene immateriale del canto sardo.
Il presidente Stefano Lavra, introducendo la serata di ieri, ha sottolineato la specificità dell’evento e l’importante percorso di cultura e identità sarda rappresentato dal canto a tenore e nel vivere il senso di comunità; testimonianza ed espressione pregnante della maestosa dimensione musicale, riconosciuta dalle istituzioni e caratterizzante la Sardegna. Il canto a tenore rivissuto ed interpretato come elemento di crescita politica, manifestato con le idealità della poesia tra oralità e scritto, ha nel tempo raccontato la quotidianità isolana. Un valore immateriale che l’ISRE, con innumerevoli progetti ed iniziative condivise con scuole, amministrazioni e cantori, oggi vuole concretamente portare all’attenzione generale e al coinvolgimento politico della Regione Sardegna.
Sono seguiti gli interventi “tecnici” di Marco Lutzu, etnomusicologo dell’Università degli Studi di Cagliari, Diego Pani, responsabile tecnico-scientifico del progetto “Isterridas” e di Sebastiano Pilosu, responsabile della Rete del canto a tenore.
È emerso forte il concetto selettivo di valore e bene culturale del canto a tenore ed all’interno di un concettuale processo e percorso di patrimonializzazione che vede impegnato l’ISRE come collettore delle diverse realtà. Analizzati progetti e criteri operativi di gestione da sviluppare attraverso le istituzioni (UNESCO e Ministero della Cultura) e con la centralità della comunità, come prevedono gli strumenti normativi del settore culturale.
I criteri di salvaguardia dei patrimoni immateriali, nel nostro caso il canto a tenore, si basano principalmente sulla determinante partecipazione della comunità; su documentazioni e inventari che portano ad identificare le pratiche culturali da preservare e la trasmissione orale e pratica da una generazione all’altra. All’interno di questi principi di comunità, di documentazione e trasmissione, operano diversi sodalizi: Associazione Sotziu Tenores Sardegna, fondata nel 2006 e che riunisce 50 gruppi di canto a tenore; Associazione Boches a Tenore, fondata nel 2014 e conta l’adesione di 25 gruppi di canto a tenore ed il Coordinamento Campos, nato nel 2015, fondato per creare una rete tra le nove arti musicali di tradizione orale dell’Isola.
Il numero dei cantori censiti nel 2022 sono risultati oltre 3500, mentre l’area di diffusione del canto a tenore interessa ben 100 Comuni, di cui 77 caratterizzati dall’emissione gutturale della voce.
L’idea che percorre la costituzione della “Rete del canto a tenore” è stata presentata da Sebastiano Pilosu che, in limba sarda, ha sottolineato i contenuti “de unu abboju de sustantzia” per la giusta considerazione della cultura e dei valori e tratti distintivi di ogni paese che coltiva il canto.
Tantissime idee e varie le proposte emerse dal confronto-dibattito finale con il contributo di sindaci, amministratori, docenti di musica ed antropologia, associazioni e soprattutto giovani cantori di Bitti e dei centri dell’area interna isolana o come il marghinese Andrea Zara, tenore di Bolotana, che hanno contribuito vivacemente e con passione a donare elementi per stilare il piano di salvaguardia del canto a tenore della Sardegna e che necessita di essere presto definito. Garante l’ISRE e le significative adesioni messe in campo da tanti amministratori, associazioni e cantori. Un grande evento di riflessione e di prospettiva che ravviva la cultura di radice identitaria.
Cristoforo Puddu
In copertina: l’intervento di Stefano Lavra, presidente dell’ISRE
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