• 24 Novembre 2024
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Crisi apicoltura sarda, Pisu (AGCI): «Troppa burocrazia e poco sostegno al comparto»

Apicoltura Cia Sardegna
Il responsabile regionale del settore agricolo dell’Associazione Generale Cooperative Italiane commenta i dati resi noti da Ismea.

«Il settore del miele in Sardegna ha potenzialità enormi, ma la situazione attuale richiede interventi urgenti». Questa la denuncia di Luigi Pisu, responsabile regionale del settore agricolo dell’Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI) Sardegna, che commenta con preoccupazione i recenti dati di Ismea sul mercato del miele.

Il rapporto pubblicato dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare dipinge un quadro globale in cui la produzione mondiale di miele è cresciuta per il terzo anno consecutivo, con un incremento del 5,6% rispetto al 2021. L’Europa contribuisce con il 23% alla produzione globale, ma ha un ruolo marginale nelle esportazioni a causa del basso tasso di autoapprovvigionamento. L’Ue, infatti, è il secondo maggiore importatore di miele dopo gli Stati Uniti, con una quota del 30% del volume totale importato. L’Italia si posiziona all’ottavo posto tra i paesi importatori.

Il responsabile regionale ha evidenziato le grandi potenzialità del settore apistico in Sardegna, un ambito che non deve essere considerato meno importante rispetto ad altri comparti agricoli. «Il settore apistico può offrire concrete opportunità di occupazione a molti agricoltori sardi, sia attraverso il subentro nelle aziende familiari sia mediante la forma cooperativa», ha affermato Pisu.

Nonostante queste potenzialità, la Sardegna conta attualmente solo 45 mila alveari, rappresentando appena il 4% della produzione di nazionale, con una riduzione di 5000 alveari dal 2022 al 2023. Pisu sottolinea l’importanza della professionalizzazione e dell’aggregazione degli apicoltori, seguendo l’esempio di regioni come il Piemonte, la Calabria e la Sicilia, che insieme detengono il 37% della produzione nazionale.

Nel rapporto ISMEA si sottolinea come le cooperative possano fungere da “palestra” per chi si avvicina all’apicoltura come professione, offrendo formazione specifica e assistenza tecnica. Questo è particolarmente importante per gestire le problematiche sanitarie e per favorire una crescita sostenibile del comparto. AGCI Sardegna ha quindi richiamato l’attenzione sulla necessità di una rivisitazione completa degli interventi settoriali a favore delle cooperative e delle organizzazioni di produttori.

Una delle preoccupazioni principali di Pisu riguarda le importazioni di miele dall’estero, con l’Ungheria che rimane il principale fornitore dell’Italia, nonostante un calo dell’11% rispetto al 2022. Nel frattempo, le importazioni dalla Polonia e dall’Ucraina sono aumentate rispettivamente del 70% e del 16%. Questi Paesi offrono miele a prezzi ridotti e includono nei loro bilanci di approvvigionamento importanti quote di prodotto extra UE, con la Polonia che riceve la maggior parte del suo miele dalla Cina.

«È fondamentale tutelare e investire a 360° sull’intero comparto del miele. Solo con interventi mirati e un supporto concreto alle cooperative e agli apicoltori professionisti potremo valorizzare appieno le potenzialità di questo settore e garantire un futuro prospero all’apicoltura sarda», ha concluso Pisu.

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