Fotovoltaico, la piana del Goceano a rischio assalto
In progetto ci sarebbero impianti per diverse centinaia di ettari tra Benetutti e Anela. Nieddu (Confartigianato): «La piana potrebbe diventare una sterile e desolata lastra di vetro con la compromissione di agricoltura, allevamento e sviluppo tutistico».
BENETUTTI | 19 agosto 2024. «Il Goceano, e la Sardegna tutta, non diventino una sterile e desolata lastra di vetro». È l’appello del responsabile di Confartigianato Goceano Roberto Nieddu in riferimento alle voci secondo le quali «sembrerebbe che siano già stati presentati progetti fotovoltaici per diverse centinaia di ettari tra Benetutti ed Anela». Il suo appello si rivolge in primo luogo ai vertici della sua associazione, invitati a prendere nettamente posizione, ma anche alle istituzioni e alla cittadinanza, invitate a sostenere la raccolta firme per il referendum Pratobello 24 «che mira a bloccare la devastazione in corso».
«Anche la piana del Goceano – dice Nieddu – potrebbe diventare presto una sterile e desolata lastra di vetro con la compromissione di agricoltura e allevamento nonché dello sviluppo turistico. La stessa riduzione della produzione del latte metterebbe a rischio l’esistenza di importanti realtà produttive come la cooperativa casearia. Un rischio di fronte al quale, aggiunge, «la politica sarda si palesa inadeguata e complice nell’affrontare l’emergenza».
Emergenza nata con il noto decreto legge approvato dal governo Draghi «che fissa a 6,2 gw l’obiettivo minimo che la Sardegna dovrà raggiungere entro il 2030. Un obiettivo minimo, senza prevedere alcun limite o capacità massima installabile. I rischi sono chiari: tutta la nostra Isola diventerà a brevissimo un paesaggio industriale. La nostra identità è assalita mortalmente e il nostro futuro è sacrificato sull’altare dei grandi interessi speculativi di società straniere e multinazionali senza scrupoli.
Non si tratta – è il giudizio del responsabile di Confartigianato – di dotare le aziende di energia pulita e a basso costo ma di prosciugare gli incentivi statali che provengono direttamente dalle bollette di cittadini e imprese. Detti incentivi oggi sono preclusi alle piccole attività in quanto riservati alle grosse multinazionali, ditte che hanno quasi sempre provenienza e titolarità sospette dal punto di vista della legalità.
«In poche parole – è la conclusione di Nieddu –, l’osannata transizione energetica mira a mettere in ginocchio le piccole attività le quali pagano una super tassa in bolletta denominata “oneri di sistema” che va direttamente alle grosse società che stanno distruggendo il paesaggio e l’ambiente. Per queste ragioni, pur essendo in generale favorevole alle energie rinnovabili, esprimo preoccupazione di fronte a questi eventi e manifesto vicinanza a quanti, cittadini e associazioni, si battono in questo momento contro l’assalto speculativo messo in atto in nome di una falsa conversione energetica».
A.C.
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