Stato dell’informazione in Sardegna, presentata la ricerca del Corecom
Positivo il giudizio sull’informazione locale in Sardegna per la maggior parte dei cittadini. Il 78% dei lettori soddisfatto delle notizie ricevute da quotidiani online e Tv. In progressivo calo la tiratura cartacea dei due principali giornali sardi.
CAGLIARI | 1 dicembre 2024. È stato presentato il 28 novembre nella sala stampa “Gianni Mossa” del Consiglio regionale, il resoconto sulla ricerca sullo stato dell’arte dell’informazione nell’Isola, commissionata dal Corecom Sardegna all’Almed dell’Università Cattolica di Milano, con la direzione scientifica della professoressa Mariagrazia Fanchi.
L’indagine ha evidenziato come la Sardegna sia un caso unico nel panorama nazionale dell’informazione, con una notevole crescita del numero di testate online (rilevate oltre 55) e di operatori dell’informazione, in controtendenza con il dato italiano. Tant’è che «il livello di attenzione all’informazione e il grado di interesse registrato tra i cittadini sardi – ha sottolineato Fanchi – è molto più alto rispetto a quello delle altre regioni e questo può consentire nuove sperimentazioni.
Dalla ricerca è emerso inoltre che la maggior parte dei sardi predilige l’informazione locale rispetto a quella nazionale, i video e gli audio rispetto al testo scritto, le notizie che riguardano meteo, trasporti, ma anche eventi culturali, politica e cronaca nera, rispetto ai gossip. I lettori dell’Isola si sentono principalmente sardi (57%), prima che italiani (18%) ed europei e cittadini del mondo (25%), e sentono, più dei cittadini delle altre regioni, la necessità di ampliare i propri orizzonti culturali ed essere cittadini attivi e consapevoli.
Positivo il giudizio sull’informazione locale in Sardegna per la maggior parte dei cittadini. Alla domande poste, l’82% ritiene che sia comprensibile, il 66% veritiera, il 61% approfondita e il 49% imparziale. Sul grado di soddisfazione delle notizie ricevute, svettano Tv e quotidiani online (78%), secondo posto per quotidiani cartacei e radio (70%), seguono gruppi pagine social (69%), video online (67%), podcast (57%) e influencer locali (54%).
Così come nel resto della penisola, anche la Sardegna risente della più ampia dinamica che vede una crescente propensione alla fruizione di testate online a detrimento di quelle cartacee. «Negli ultimi 3 anni – ha spiegato il presidente del Corecom Sardegna Sergio Nuvoli – i due principali player regionali, l’Unione Sarda e La Nuova Sardegna, registrano infatti una prevedibile, evidente e progressiva riduzione della tiratura cartacea. D’altra parte, potrebbe stupire di più l’altrettanto evidente e progressiva flessione delle edizioni online di entrambe le testate, quasi dimezzata tra il 2021 e il 2023. Ciò potrebbe essere in parte spiegato da dinamiche, anch’esse sovra locali, legate alla disaffezione dei più giovani verso le fonti «tradizionali» nella direzione di una dieta informativa più spostata verso i social network». I canali privilegiati dai giovani per ottenere informazioni sono, infatti, principalmente i social e whatsapp, i «luoghi virtuali dove stanno maggiormente».
«La ricerca sull’informazione in Sardegna rappresenta per noi la realizzazione piena di una delle finalità del Corecom. È un risultato a cui abbiamo puntato con determinazione fin dall’inizio del mandato e che stiamo portando come lavoro conclusivo del nostro mandato», ha proseguito Nuvoli. Un lavoro dal quale è scaturito «un quadro estremamente vitale, vario e professionale in cui lavorano ogni giorno centinaia di professionisti. Sono certo – ha concluso – che quanto emerso possa costituire la base per una riflessione approfondita sul sistema informativo sardo, che siamo orgogliosi di mettere a disposizione della categoria giornalistica, della classe politica e di tutti i sardi».
La ricerca è stata realizzata con la collaborazione della ricercatrice Sara Sampietro e dei ricercatori Giulio Vidotto Fonda e Sebastiano Pacchiarotti, su un campione di 1.003 soggetti tra i 16-80 anni), una mappatura dei contenuti online tramite un tool di web listening (81.100 contenuti analizzati), una revisione dei dati e delle ricerche già esistenti e la consultazione di 7 fonti specializzate nell’ambito della comunicazione e della diffusione informazione.
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