Scuola, in Sardegna accorpate solo due autonomie su nove
Approvata dalla Giunta regionale la riorganizzazione della rete scolastica. L’assessora Ilaria Portas: «Abbiamo ottenuto un grande traguardo».
CAGLIARI | 24 gennaio 2025. La Giunta Todde ha approvato la riorganizzazione della rete scolastica della Regione Sardegna per l’anno scolastico 2025-2026, superando le regole imposte dal Governo. «Abbiamo ottenuto un grande traguardo – sottolinea l’assessora della Pubblica Istruzione, Ilaria Portas – unendo solo due autonomie scolastiche e non nove come chiedeva il Ministero».
Per Cagliari accorpamento dell’Ugo Foscolo con Istituto comprensivo via Stoccolma, per la Gallura accorpamento dell’Istituto comprensivo di Aggius a quello di Tempio, ovvero le due sole proposte provenienti dalle conferenze provinciali. Per questo anno scolastico sono salve ben sette autonomie scolastiche.
La Regione aveva già deliberato lo scorso mese di dicembre, facendo la scelta di proporre una riorganizzazione di sei e non nove Autonomie, basandoci sui numeri reali degli studenti e non sulle stime fatte dal Ministero. Con un nuovo decreto ministeriale del 14 gennaio scorso viene stabilito che per il prossimo anno scolastico le Regioni potranno beneficiare di una deroga pari al 2.99% del numero di autonomie assegnate (225) che corrisponde a 7. Questo ha specificato che la Sardegna può legittimamente accorpare solo due Autonomie.
«Noi – spiega l’assessore Ilaria Portas – dovevamo teoricamente dimensionare per arrivare a 225 autonomie, invece, con la deroga del 2,99% siamo riusciti a ottenere solamente due autonomie invece di nove accorpate. Quindi questo è un grande risultato anche perché comunque possiamo ragionare sul futuro. È chiaro che i numeri a cui dovremmo arrivare l’anno prossimo, che sono 220 autonomie ci richiedono uno sforzo maggiore di condivisione. Ma anche questo numero di 220 l’anno prossimo potrebbe essere rivisto, in quanto – conclude l’Assessora – come Regioni stiamo chiedendo al Ministero di rivedere i parametri e quindi ragionare su quello che è l’effettiva situazione dei numeri degli iscritti ma anche delle situazioni regionali specifiche».
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