Confindustria Centro Nord Sardegna non sottoscrive il documento sulla chimica verde

Inviata una lettera con le motivazioni alla presidente della Regione Alessandra Todde e all’assessore dell’Industria Emanuele Cani.
SASSARI | 8 marzo 2025. Nella giornata di ieri a Sassari, nella sala Angioy del palazzo della Provincia, si è svolta la riunione convocata dalla presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde sul tema del rilancio della “chimica verde“. Confindustria Centro Nord Sardegna, che ha partecipato all’incontro, non ha però sottoscritto il documento presentato. Nella stessa giornata è stata quindi inviata alla Presidente e all’assessore dell’Industria Emanuele Cani una lettera con le motivazioni di tale decisione.
«In merito al documento sottoposto alla firma dei presenti, non avendolo potuto visionare con sufficiente anticipo – si legge nella missiva a firma del presidente di Confindustria CNS Achille Carlini –, segnaliamo una serie di aspetti che richiedono un più approfondito esame e che ci impediscono la sua sottoscrizione. I dati inseriti nel documento hanno infatti preso come base di partenza una situazione che si è modificata nel corso degli anni, per fattori esogeni, determinando uno sviluppo del business industriale differente rispetto a quanto ipotizzato inizialmente.
Le considerazioni riportate nel corso dell’incontro e rappresentate nel verbale, avrebbero richiesto una differente valutazione che tenesse conto di tale mutato scenario. Pertanto, non possiamo ritenere condivisibili le conclusioni ivi riportate.
Nel contempo confermiamo, come già diffusamente anticipato in occasione dell’incontro – conclude la lettera –, che è interesse di Confindustria Centro Nord Sardegna, voler essere parte attiva nel percorso di crescita del territorio, con particolare attenzione al Progetto “Chimica Verde”, con tutti gli attori sociali, istituzionali e imprenditoriali».
Firmato il protocollo per riavviare gli investimenti
Nella sala Angioy, oltre Confindustria Centro Nord Sardegna, ieri erano presenti anche i Comuni di Sassari, Porto Torres e Alghero, la Provincia di Sassari, il Consorzio industriale provinciale di Sassari, Cgil, Cisl, Uil, tutti coinvolti nel progetto che puntava alla “riconversione industriale dello stabilimento chimico di Porto Torres”, facendo dell’area industriale di Sassari e Porto Torres una delle “sedi di sviluppo dell’economia green e circolare sulla quale si basa il rilancio del Paese”, come è scritto nel protocollo sottoscritto.
Espressa con forza nella riunione la necessità che Eni rispetti gli impegni assunti nel Protocollo d’Intesa del 2011 sulla chimica verde. Tutte le parti hanno quindi condiviso come “la costruzione dei sette impianti previsti” all’epoca si è fermata per “alcune responsabilità istituzionali”. Ora che Versalis, del gruppo Eni, ha “rilevato le quote della consociata Novamont in Matrica” – con l’adeguato supporto legislativo voluto dal governo Draghi nel 2022 – gli investimenti possono essere riavviati.

«Adesso è necessario il coinvolgimento diretto di Eni, che deve prendere impegni concreti su un piano industriale, sugli investimenti e su un cronoprogramma condiviso con il Governo», ha sottolineato la presidente Todde.
«Oggi manca un interlocutore essenziale – ha rimarcato l’assessore Cani – ovvero il governo nazionale, che ha precise responsabilità su questo tema e dovrà fornire risposte concrete. Questo territorio deve poter dialogare con il governo con determinazione, chiedendo un cronoprogramma chiaro per il rilancio della chimica verde ed evitando incertezze e posizioni ambigue. È fondamentale riportare la questione sul tavolo giusto».
Il piano punta alla produzione di “polimeri, additivi e lubrificanti bio (bioplastiche e biofiller) su scala industriale con produzioni di 100-120 mila tonnellate anno”. La “nuova fase” prevede “investimenti in qualità e valore equivalenti a quelli indicati nel 2011”. Il progetto punta a “risposte connesse alla filiera agricola” con “il coinvolgimento diretto della Regione Sardegna, anche per il tramite delle agenzie Agris, Laore, Argea e del rapporto con le università di Sassari e Cagliari” con “lo sviluppo del Centro Ricerche a Porto Torres”. Oggi sono operativi solo due impianti: P01 per la produzione di monomeri bio da olio di girasole con 40 addetti impiegati e P02 per lubrificanti bio da acido pelargonico con 27 addetti. Il piano di impostazione degli impianti e delle produzioni prevede investimenti per 450 milioni con 217 addetti diretti e 80 nell’indotto.
«Questo territorio ha subito le conseguenze degli impegni industriali disattesi da 14 anni. Il tempo delle giustificazioni ormai è terminato. La produzione di plastica biodegradabile – ha proseguito Todde – è un tema centrale nelle politiche ambientali e industriali, soprattutto in un contesto in cui le microplastiche contaminano anche il cibo che consumiamo. Dobbiamo garantire che la produzione sia possibile, scalabile e sostenibile, con costi competitivi. Oggi abbiamo l’opportunità di cambiare approccio, risolvere definitivamente la questione energetica e creare un quadro produttivo stabile e certo. Con regole chiare, si attraggono investimenti e si realizzano piani industriali solidi. Abbiamo ricevuto disponibilità da Eni e Versalis per un incontro a breve. Chiederemo quindi al Governo di spiegare la propria strategia industriale per questo territorio, perché non possiamo più essere semplici spettatori in attesa di investimenti dall’alto. Per questo arriveremo al tavolo con una posizione condivisa da Regione e tutti gli attori interessati, istituzionali, sindacali e datoriali», ha concluso la presidente Todde.
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