Allarme di Cna Sardegna: nel prossimo decennio giù valore aggiunto e reddito pro capite
Report sull’evoluzione demografica e del calo occupazionale.
In Sardegna nel prossimo decennio il valore aggiunto regionale rischia di passare dai 29,2 miliardi di euro del 2020 ai 24,7 miliardi del 2031 (-16%), che si tradurrebbe in un calo del Pil pro-capite di entità pari al -6,4%. A lanciare l’allarme Cna Sardegna commentando il report del Centro studi su evoluzione demografica e calo occupazionale.
«Nel corso dell’ultimo decennio, tra il 2011 e il 2021 – evidenzia la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa –, nell’Isola la popolazione in età lavorativa compresa tra 15 e 64 anni è diminuita di 110mila unità: una contrazione del -9,8%, oltre il doppio del dato registrato a livello nazionale (-4,3%). Nello stesso periodo registrati 91mila residenti in meno (-8,2%).
Pertanto, nel prossimo decennio – continua Cna Sardegna – si stima una ulteriore accelerazione del fenomeno, con cifre che vanno dalle 200mila unità in meno dell’ipotesi bassa (-19,7%), alle 175mila in meno dell’ipotesi alta (-17,4%), con una ipotesi centrale più probabile che definisce l’entità del calo pari a 188mila unità in meno (-18,6%), con una riduzione del numero di occupati tra le 97mila (-17,7%) e le 84mila unità (-15,4%).
Attualmente circa 270mila sardi (il 26,5% della popolazione tra 20 e 64 anni) si dichiarano completamente disinteressati al lavoro: una quota notevolmente maggiore rispetto al dato medio nazionale (22,1%). In Sardegna risulta occupato solo il 49,5% delle donne in età 20-64 anni, contro un dato nazionale del 53,2%. Vista l’evoluzione demografica, per garantire al sistema produttivo sardo un bacino occupazionale sufficiente – sottolinea Cna Sardegna – è necessario quindi aumentare la quota di popolazione attiva.
La Commissione Ue aveva posto l’obiettivo di innalzare al 75% il tasso di occupazione della popolazione 20-64 anni entro il 2020: al 2020 in Italia il tasso di occupazione non è andato oltre il 62,7%, in Sardegna si è fermato al 53,6%. Solo il perseguimento nel prossimo decennio degli obiettivi occupazionali fissati per il 2020 per l’Italia (tasso di occupazione al 67%) permetterebbe alla Sardegna, di scongiurare un drammatico impoverimento economico e sociale
«Senza efficaci politiche del lavoro, di contrasto allo spopolamento e alla denatalità e un piano di sviluppo serio e credibile – commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna – le trasformazioni demografiche in atto porteranno ad un calo netto del numero di occupati e a un decisivo arretramento del sistema economico regionale. Inoltre, l’invecchiamento della popolazione determinerà un deciso incremento della spesa destinata a sanità e assistenza, mentre i bassi livelli occupazionali e reddituali faranno lievitare la spesa per interventi di integrazione salariale, sottraendo agli investimenti sul territorio importanti quote di ricchezza prodotta».
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