Ozieri, allevatori a confronto sul bovino di razza sardo-bruna
Il convegno, promosso dall’AARSardegna, si terrà mercoledì 8 febbraio nel Centro culturale San Francesco.
OZIERI. “Il bovino di razza sardo-bruna, quali prospettive di sviluppo?” Questo il titolo del convegno che si svolgerà a Ozieri mercoledì 8 febbraio nel Centro culturale San Francesco con inizio alle ore 10.
L’incontro, promosso dall’Associazione Allevatori della Regione Sardegna, non a caso è stato organizzato nella cittadina logudorese, visto che proprio su questi territori la razza sardo-bruna ha mosso i primi passi. Tant’è che già dal 1861 alcuni allevatori ozieresi importarono tori svizzeri per incrociarli con le vacche locali.
Oggi si contano oltre 30.000 animali iscritti al Libro genealogico gestito da ANACLI in 1.500 allevamenti concentrati specie nella parte centro settentrionale della Sardegna.
«Pur con una consistenza così importante, l’adattabilità all’ambiente isolano e le buone caratteristiche delle carni – spiegano dall’AARSardegna –, il bovino di razza sardo-bruna non riesce ad avere ancora prodotti commercialmente differenziati tali da garantire una adeguata remunerazione agli allevatori. Una valorizzazione delle carni che, se attuata, sarebbe da volano per l’economia delle zone interne e marginali della Sardegna che rappresentano i luoghi in cui questa razza è principalmente allevata».
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Ozieri Marco Peralta e del presidente dell’AARSardegna Luciano Useli Bacchitta, interverranno Aldo Manunta, direttore AARSardegna (Storia della razza Sardo Bruna), Salvatore Contini dell’ANACLI (Funzionamento del Libro genealogico del bovino Sardo Bruna), Gavino Benenati del Servizio Igiene degli Allevamenti e Produzioni Zootecniche ASL Sassari (Classyfarm nel settore bovino da carne), Michele Blasi – DQA (Funzionamento dell’Ecoschema 1 per i bovini da carne: quali prospettive), Piergiacomo Rassu del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari (L’allevamento del bovino sardo bruno in Sardegna: punti di forza e di debolezza) e Roberto Lai, coordinatore progetto MeatCulture (Sperimentazioni sulla valorizzazioni delle carni dei bovini autoctoni).
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