Alzheimer e carne di agnello: il consumo previene la malattia
Alzheimer e carne di agnello, uno studio dimostra i suoi benefici nella prevenzione della malattia. E quanto emerge da una ricerca condotta dall’Iowa State University che ha esaminato la correlazione tra consumo di specifici alimenti e il loro impatto sulla capacità cognitiva negli anni della vecchiaia. Il risultato conferma in maniera totale alcuni studi condotti in Sardegna sulla longevità e sul consumo di alcuni particolari prodotti.
C’è anche l’agnello tra i cibi che aiutano a prevenire del tutto l’alzheimer e il declino cognitivo. Una ricerca della Iowa State University, condotta su 1800 adulti tra i 46 e i 77 anni, ha esaminato la correlazione tra consumo di specifici alimenti e il loro impatto sulla capacità cognitiva negli anni della vecchiaia. Il risultato conferma in maniera totale alcuni studi condotti in Sardegna sulla longevità e sul consumo di alimenti specifici: infatti secondo la ricerca dell’Isu, oltre al consumo settimanale di agnello, è molto importante quello di determinate tipologie di formaggi e vino.
Alzheimer e carne di agnello: i 4 punti che riassumono i risultati di questo studio:
- 1) Il formaggio, di gran lunga, ha dimostrato di essere l’alimento più protettivo contro i problemi cognitivi legati all’età, anche in età avanzata;
- 2) Il consumo quotidiano di alcol, in particolare vino rosso, era correlato a miglioramenti della funzione cognitiva;
- 3) È stato dimostrato che il consumo settimanale di agnello, ma non di altre carni rosse, migliora le capacità cognitive a lungo termine;
- 4) Un consumo eccessivo di sale fa male, ma solo le persone già a rischio di malattia di Alzheimer potrebbero aver bisogno di controllare il loro consumo per evitare problemi cognitivi nel tempo
Il consumo di carne di agnello quindi non è solo importante nei primi anni di vita, in quanto importante fonte di grassi polinsaturi della serie omega-3 e di acido linoleico coniugato (Cla) come dimostrato dai ricercatori della Università di Sassari, ma lo è anche successivamente perché aiuta a salvaguardare i processi di invecchiamento da quelli che sono i meccanismi degenerativi legati alle malattie come l’alzheimer.
«Una ricerca che non fa altro che avvalorare quelle che sono le certezze della dieta mediterranea, ampiamente studiata per l’incredibile presenza nella nostra isola di persone longeve e in buona salute fisica e mentale – commenta Battista Cualbu, presidente del Consorzio di Tutela dell’Agnello Igp di Sardegna –. La carne di agnello è un alimento che ha accompagnato in maniera costante la dieta dei nostri padri assieme ad altri importanti alimenti come il formaggio ovino ad esempio. Ecco che la Sardegna potrebbe tranquillamente sostituirsi a quel campione di persone studiato in America, e dimostrare gli stessi risultati della ricerca».
Il consumo di carni come l’agnello marchiato Igp di Sardegna, garantisce poi il rispetto di tutti quei parametri che inquadrano questo alimento all’interno di una filiera controllata che parte dalla esclusiva alimentazione a base di solo latte materno di pecore al pascolo. Questa è la garanzia che preziosi componenti alimentari provenienti dal pascolo brado, aumentano l’eccellenza di una carne delicata e adatta a diverse forme di cottura.
«Questo studio, che eleva la carne di agnello anche rispetto a tutti gli altri tipi di carne – spiega Alessandro Mazzette, direttore del Contas – e ne consiglia un consumo settimanale come forma di prevenzione, accresce in noi la convinzione che ciò per cui stiamo lavorando, e cioè studiare e mettere sul mercato nuovi tagli e nuove forme di conservazione della carne, aumentandone la shelf life, determina una presenza di questo alimento sugli scaffali per un periodo più ampio rispetto a quello legato alle festività natalizie».