È l’arbitro Marco Deiana l’autore del bellissimo gesto che ha reso felice Andrea
È Marco Deiana di Sassari, l’arbitro CSI autore del bellissimo gesto – documentato in un nostro articolo – durante la partita del campionato di calcio Micro tra il Buddusò e il PGS Ploaghe. La redazione di Logudorolive ritiene sia giusto citarlo affinché la sua azione abbia un eco e produca, si spera, un effetto di emulazione in tutti i campi d’Italia.
Lo stesso Deiana scrive sui social: «È stato veramente emozionante, un gesto naturale. Andrea mi ha chiesto se poteva calciare la punizione ed ho acconsentito. Goal o non goal, non ha importanza, per noi conta Andrea e la sua felicità». Questo il sunto del, è proprio il caso di dirlo, Signor arbitro.
Sono arrivate, inoltre, le parole di encomio e soddisfazione da parte del presidente CSI Giuseppe Porqueddu, il quale ha voluto sottolineare come il calcio giovanile debba essere vissuto con questo spirito, ribadendo, tra l’altro, quanto importante e prezioso sia il contributo del Centro Sportivo italiano nel nostro territorio: unire e includere attraverso lo sport e i buoni sentimenti.
Di seguito il testo dell’articolo pubblicato questa mattina.
TRA IL BUDDUSÒ E LA PGS PLOAGHE VINCE LO SPORT E IL PICCOLO ANDREA
BUDDUSÒ. «Tante cose nella mia vita mi sono capitate, belle, brutte, meno belle e meno brutte, ma mai come ieri sera, avrei potuto immaginare di vivere l’esperienza di piangere dalla felicità». Queste le parole rilasciate dai genitori di Andrea, Alberto e Sabrina sui social.
Durante la partita della categoria Micro tra Buddusò e PGS Ploaghe, l’arbitro CSI (di cui si vorrebbe conoscere il nome per poterlo ringraziare) si è reso protagonista di un momento magico e inaspettato, dedicato ad un bambino veramente speciale di nome Andrea.
Calcio di punizione. Ad incaricarsi del tiro, il piccolo Andrea di Ploaghe. L’arbitro con amore e attenzione gli fa posizionare la palla. Andrea calcia. Come nelle più belle favole, c’è un attimo di sospensione tra il sogno e la realtà. Il pallone ha passato o no la linea di porta? Poco importa. L’incantesimo avviene poco dopo, quando l’arbitro invita il pubblico locale e quello in trasferta ad applaudire all’unisono. Dagli spalti, senza più distinzione di colori alcuna, i tifosi battono le mani, dedicando una grande standing ovation e gridando il nome di Andrea per molti minuti, suscitando un turbinio di emozioni e qualche lacrima di commozione.
Continuano ancora i genitori: «Da sempre ho conosciuto Buddusò per la grandissima ospitalità, ieri vi siete superati, ieri avete inviato a noi tutti un segnale fortissimo, una magia che mai vorrei finisse, la magia dell’inclusione. Avete regalato una speranza a questi bambini e a tutti i genitori che come noi vivono quotidianamente il mondo dell’autismo».
Nella bellezza del gesto, nelle bellissime parole dei genitori, è racchiuso tutto il senso dello sport, tutto il senso dei tanti fine settimana spesi per seguire i propri figli e non, nei campi di calcio. Questa volta l’unica cosa che veramente non importava, è stato il risultato. A vincere sono stati tutti: l’arbitro, il pubblico, le società, il piccolo Andrea che con il suo essere ci fa capire quanto anche noi possiamo essere speciali come lui rimettendo al centro della nostra vita i sentimenti. Quelli veri.
Pasquale Demurtas